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Onu, licenziati nove dipendenti dell’UNRWA: sarebbero coinvolti nell’attacco a Israele del 7 ottobre

L’agenzia delle Nazioni Unite dedicata all’assistenza umanitaria dei profughi palestinesi continua a essere al centro di polemiche

Lunedì scorso, l’ONU ha comunicato il licenziamento di nove dipendenti dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite dedicata all’assistenza umanitaria dei profughi palestinesi. La decisione arriva in seguito alle indagini su un possibile coinvolgimento di alcuni membri dell’agenzia negli attacchi perpetrati da Hamas contro i civili israeliani il 7 ottobre. L’inchiesta, iniziata diversi mesi fa, coinvolge 19 dipendenti ed è condotta dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (OIOS).

L’indagine è tuttora in corso e non sono state ancora presentate conclusioni definitive. Tuttavia, le accuse mosse inizialmente contro l’UNRWA hanno generato un grande scandalo, spingendo vari paesi occidentali a sospendere i finanziamenti all’agenzia. Con il progredire delle indagini, alcune di queste accuse sono state ridimensionate.

Gli attacchi del 7 ottobre hanno portato a un’invasione israeliana della Striscia di Gaza, con conseguenti migliaia di vittime civili palestinesi. In questo contesto, l’UNRWA ha continuato a svolgere un ruolo cruciale, fornendo assistenza umanitaria e cercando di mantenere operative le infrastrutture nei campi profughi.

Le accuse iniziali e l’inchiesta del Wall Street Journal

Israele è stato il primo a puntare il dito contro l’UNRWA, accusandola di avere legami con Hamas e di essere stata coinvolta negli attacchi del 7 ottobre. Tali accuse hanno trovato eco in un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal lo scorso gennaio, che citava fonti anonime e documenti dell’intelligence israeliana. Secondo l’articolo, 12 dipendenti dell’UNRWA erano sospettati di partecipazione agli attacchi, e il 10% del personale dell’agenzia a Gaza (circa 1.200 persone) avrebbe legami con gruppi radicali.

Milizia di Hamas – Newsby.it

Poco prima, anche il New York Times aveva pubblicato un articolo sui presunti legami tra l’UNRWA e Hamas, contribuendo ad alimentare il dibattito. Tuttavia, la caporedattrice del Wall Street Journal, Elena Cherney, aveva ammesso di non poter verificare la veridicità delle accuse contenute nei documenti dell’intelligence israeliana, difendendo comunque l’articolo come affidabile. In uno scambio via email con Semafor, Cherney aveva spiegato che il giornale si era limitato a riportare le affermazioni dell’intelligence, senza necessariamente avallarne la veridicità.

Le conseguenze

L’articolo del Wall Street Journal, nonostante i dubbi sulla solidità delle accuse, ha avuto un impatto immediato e significativo sull’UNRWA. Diversi paesi hanno sospeso i finanziamenti, mettendo a rischio le operazioni dell’agenzia nella Striscia di Gaza. L’UNRWA impiega circa 30mila persone, la maggior parte delle quali sono profughi palestinesi, e dipende in gran parte dai finanziamenti esterni per fornire servizi essenziali come cibo, acqua e medicinali.

Nonostante gli sforzi dei giornalisti del Wall Street Journal per verificare le affermazioni contenute nei documenti israeliani, non è stato possibile confermare la loro veridicità. Tre fonti anonime di Semafor hanno confermato che, da quando l’articolo è stato pubblicato, i tentativi di corroborare le informazioni non hanno avuto successo.

L’annuncio dei licenziamenti

La decisione di licenziare i nove dipendenti è stata annunciata con un comunicato pubblicato sul sito dell’ONU. Farhan Haq, portavoce dell’organizzazione, ha dichiarato: «Abbiamo informazioni sufficienti per prendere le decisioni che stiamo prendendo – ovvero di licenziare queste nove persone». Tuttavia, non sono stati forniti dettagli su cosa abbiano fatto i dipendenti per essere considerati potenzialmente coinvolti negli attacchi, né quali ruoli ricoprissero all’interno dell’agenzia.

 

Redazione

La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.

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