Olimpiadi senza pace: Toyota ritira gli spot televisivi per i Giochi

Non c’è proprio pace per le imminenti Olimpiadi che partiranno tra quattro giorni. È sempre infatti più caos attorno ai Giochi di Tokyo 2020. Dopo che ieri sono stati confermati i primi casi di positività all’interno del villaggio olimpico e mentre crescono le proteste e il malcontento della popolazione giapponese per lo svolgimento dell’evento, oggi la Toyota annuncia che non intende trasmettere video pubblicitari in Giappone durante i Giochi. La casa automobilistica giapponese è tra i principali sponsor dell’Olimpiadi. La Toyota ha inoltre comunicato che il suo presidente, Akio Toyoda, non parteciperà alla cerimonia di apertura in programma venerdì prossimo.

Le motivazione per cui la Toyota ritira lo spot per le Olimpiadi

La decisione di Toyota riflette la scelta, sempre più diffusa tra le aziende che sponsorizzano i Giochi, di non vedere il proprio marchio associato ad un evento potenzialmente negativo. In considerazione anche dell’alto livello di contrarietà all’interno dell’opinione pubblica in Giappone e dei rischi legati al diffondersi del contagio. Il capo della comunicazione dell’azienda giapponese, Jun Nagata, ha spiegato che erano stati prodotti una serie di filmati contenenti diversi messaggi coi principali atleti sportivi. Il loro scopo “adesso ha assunto un diverso significato”. Nagata ha comunque aggiunto che Toyota continuerà a sostenere tutti gli sportivi coinvolti nei Giochi e che fornirà regolarmente le proprie vetture ecologiche durante l’organizzazione della manifestazione.

Il recente precedente della Copa America

Un precedente molto simile a questo (e accaduto di recente) ha riguardato la Copa America. Con l’ufficialità dello spostamento della competizione in Brasile, tre grandi brand avevano annunciato il loro ritiro dagli accordi di sponsorizzazione precedentemente conclusi con la Conmebol, la Confederazione sudamericana del calcio. Si trattava di Mastercard, Diageo e Ambev; quest’ultime produttrici rispettivamente di liquori e di birra. Alla base della loro decisione, la situazione pandemica che sta affliggendo tutto il Sud America e nello specifico il Paese brasiliano.

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