Si tratta di un calo del 6% rispetto allo scorso gennaio. La fiducia nei confronti delle capacità cognitive di Trump, invece, è cresciuta
Secondo un proverbio giapponese “tutti commettono errori” ed è “per questo che c’è una gomma per ogni matita”. È senz’altro vero: nessuno è infallibile ed è bene ricordarlo prima di giudicare troppo severamente chi ha commesso uno sbaglio di poco conto. Ci sono però alcune situazioni nelle quali un piccolo errore dietro l’altro rischia di compromettere in modo irrimediabile l’immagine di chi occupa una posizione di potere e compie delle scelte che possono avere delle ripercussioni sul mondo intero. Nel caso di Joe Biden, l’attuale presidente degli Stati Uniti, la gomma della matita inizia a essere sempre più consumata e gli elettori lo hanno notato, come dimostrano i risultati di una nuova ricerca.
I lapsus di Biden non sono una novità, ma dopo il disastroso faccia a faccia con il candidato repubblicano Donald Trump hanno acquisito un peso diverso, soprattutto perché l’avversario non ha mai perso un occasione per attaccare il presidente in merito al presunto declino delle sue capacità cognitive. Nel corso della conferenza stampa svolta al termine del vertice Nato a Washington, Biden è inciampato in dei nuovi strafalcioni e la stampa statunitense non ha esitato a metterli subito nero su bianco. Quando ha dovuto presentare Volodymyr Zelensky, il presidente l’ha chiamato per sbaglio Putin, ma se n’è accorto subito e ha cercato di rimediare dicendo “sono così concentrato su Putin… Dobbiamo occuparcene”. Il leader ucraino non l’ha presa male e si è limitato a dire di essere migliore del suo omologo russo, strappando una risata ai giornalisti presenti.
Pochi minuti dopo, Biden ha commesso un altro errore quando ha chiamato Kamala Harris “vice presidente Trump”. Il tycoon non si è lasciato sfuggire questa opportunità per prendere in giro l’avversario su Truth, il suo social media: “Bravo Joe! Ottimo lavoro!”. Per quanto possano sembrare delle piccolezze, questi continui attacchi, uniti ai continui riferimenti all’età di Biden (in realtà non molto lontana da quella di Trump), stanno erodendo la credibilità dell’attuale presidente, come ben evidenziato da un nuovo studio condotto dal Pew Research Center, centro specializzato nella realizzazioni di analisi riguardanti la società statunitense.
I dati contenuti nella nuova ricerca indicano che solo un quarto (24%) degli elettori americani ritiene Biden abbastanza lucido da affrontare un secondo mandato. Si tratta di un calo del 6% rispetto a gennaio. Il declino diventa ancora più evidente se si fa un confronto con le statistiche del 2020, quando era il 46% degli elettori ad avere fiducia nelle capacità cognitive del presidente. Nel caso di Trump, invece, i dati indicano che nel corso del tempo il numero di cittadini statunitensi che lo ritengono abbastanza lucido per guidare il Paese è aumentato, passando dal 50% registrato nell’ottobre 2020 all’attuale 58%. Si tratta di un risultato in parte sorprendente, soprattutto considerando che negli ultimi anni l’ex presidente è stato coinvolto in vari scandali. La strategia comunicativa portata avanti dal tycoon e dal suo team si è dimostrata più volte in grado di ribaltare anche le frittate più disastrose e al momento la posizione di Trump in vista delle elezioni appare più solida rispetto a quella di Biden, soprattutto considerando che per il 46% degli elettori il presidente dovrebbe farsi da parte e lasciare spazio a un altro candidato democratico.
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