È notizia delle ultime ore la consegna del Premio Nobel per la Medicina 2023 a Katalin Karikó e Drew Weissman, medici e ricercatori considerati di fatto i genitori dei vaccini a mRna creati per contrastare la pandemia di Covid-19.
Come da tradizione, l’annuncio del premio è stato dato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, in Svezia, nel corso di un appuntamento trasmesso in diretta in tutto il Mondo grazie a web e social network.
A Karikó e Weissman, nello specifico, è stato riconosciuto il fatto di aver contribuito a salvare milioni di vite in uno dei momenti più duri della storia dell’umanità. Le loro scoperte fondamentali sull’importanza delle modifiche di base nell’mRna hanno, infatti, permesso di creare dei vaccini estremamente efficaci contro il Covid-19.
Conosciamoli meglio.
Biochimica ungherese, Katalin Karikó è nata il 17 gennaio 1955 a Szolnok.
Ventisette anni dopo, nel 1982, ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Szeged, decidendo poi di proseguire i suoi studi post-dottorato all’Accademia Ungherese delle Scienze sempre nella città di Szeged, fino al 1985.
Nella seconda metà degli anni Ottanta ha, quindi, deciso di attraversare l’Oceano Atlantico e trasferirsi negli Stati Uniti d’America, dove ha iniziato a ricoprire un ruolo di ricercatrice alla Temple University di Filadelfia, in Pennsylvania, e all’Università di Scienze della Salute di Bethesda, nel Maryland.
Un intenso periodo di studi che nel 1989 l’ha portata a essere nominata Assistente Professoressa dell’Università della Pennsylvania, ateneo in cui ha continuato a lavorare fino al 2013.
Dopo l’esperienza universitaria, Karikó è diventata prima Vicepresidente e poi Vicepresidente Senior dell’azienda tedesca BionNTech Rna Pharmaceuticals e dal 2021 ricopre anche la carica di Professoressa all’Università di Szeged e presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania.
Nel novembre dello stesso anno ha anche ricevuto a Milano una Laurea Honoris Causa dall’Humanitas University.
Praticamente, è quindi da dieci anni che Karikó lavora per BioNTech, azienda farmaceutica della Germania che durante la pandemia di Covid-19 ha collaborato attivamente con la casa farmaceutica Pfizer per produrre un vaccino.
I primi studi sull’mRna da parte della biochimica ungherese risalgono, però, ai primi anni Ottanta, quando iniziò ad approfondire l’argomento presso il Centro di ricerche biologiche dell’Accademia delle Scienze di Budapest.
Improvvisamente, nel 1985 il suo posto di lavoro è stato soppresso e Karikó ha deciso di lasciare l’Europa a favore degli Stati Uniti d’America, dove si trasferì con il marito ingegnere e la loro figlia, Susan Francia, la quale crescendo si è affermata poi come una due volte vincitrice di una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici nel canottaggio.
Nel continente americano Karikó ha, quindi, proseguito i propri studi sull’mRna, certa che potesse rivelarsi un elemento fondamentale nella cura a varie malattie.
In un incontro davvero casuale davanti a una stampante, a fine anni Novanta, ha, poi, conosciuto Drew Weissman, allora impegnato presso l’Istituto Nazionale della Sanità Americana e il quale stava cercando il vaccino contro l’HIV.
Nato il 7 settembre 1959 a Lexington, in Massachusetts, Drew Weissman è un medico statunitense che nel 1987 ha conseguito una laurea in Medicina e un dottorato di ricerca presso l’Università di Boston.
Successivamente, ha deciso di svolgere la propria formazione clinica al Beth Israel Deaconess Medical Center della Harvard Medical School, portando avanti anche un’attività di ricerca post-dottorato al National Institutes of Health.
Nel 1997 ha, quindi, fondato un proprio gruppo di ricerca presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, diventando poi Roberts Family Prosessor nella Ricerca dei Vaccini e Direttore del Penn Institute per le Innovazione RNA. Cariche che ricopre tutt’oggi.
Uno dei momenti più importanti della vita di Weissman è stato il già citato incontro con Katalin Karikó sul finire degli anni Novanta.
Da allora, i due scienziati hanno cominciato a studiare insieme l’mRna come potenziale terapeutico e nel 2005 hanno pubblicato una loro scoperta, ritenuta chiave per la medicina.
Quale? Secondo quanto scritto da Weissman e Karikó, l’mRna potrebbe essere alterato e rilasciato efficacemente nel corpo umano per attivare il sistema immunitario.
Il loro studio catturò l’attenzione di un biologo canadese, Derrick J. Rossi, il quale si accorse della grande potenzialità di quella scoperta e continuò a lavorare sull’mRna, anche dopo aver trovato i fondi necessari per co-fondare l’azienda: Moderna.
Nel 2013 Rossi cercò, quindi, di convincere Karikó a lavorare per lui, ma lei preferì sposare il progetto BioNTech, trasferendosi a Mainz, in Germania.
Il resto è storia ben nota.
“L’Assemblea Nobel riunita al Karolinska Institutet ha deciso oggi [2 ottobre 2023, ndr] di consegnare il Premio Nobel 2023 in Fisiologia o Medicina a Katalin Karikó e Drew Weissman per le loro scoperte riguardanti le modifiche alla base nucleosidica e che hanno permesso lo sviluppo di efficaci vaccini mRNA contro il Covid-19. Le scoperte operate dai due premi Nobel sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini mRNA, efficaci nel contrasto del Covid-19 durante la pandemia scoppiata all’inizio del 2020. Attraverso i risultati innovativi dei loro studi, i quali hanno cambiato profondamente la nostra comprensione di come l’mRNA interagisca con il nostro sistema immunitario, i vincitori hanno contribuito in maniera preponderante allo sviluppo del vaccino durante una delle più grandi minacce con cui la salute dell’umanità si sia ritrovata costretta a combattere nei tempi moderni”.
Queste le prime righe riportate nel documento ufficiale divulgato dal Premio Nobel e nelle quali è contenuta la motivazione che ha spinto la giuria a premiare proprio Karikó e Weissman.
Ai due, come facilmente comprensibile leggendo il virgolettato sopra riportato, è stato riconosciuto il grande merito di aver contribuito in maniera attiva a salvare milioni di vite durante una delle pandemie più devastanti con le quali il Mondo si sia mai confrontato a livello globale.
Senza gli studi portati avanti da Karikó e Weissman e senza le loro scoperte, i vaccini a base mRna non sarebbero potuti essere creati e ciò avrebbe comportato la perdita di tantissime vite umane, visto che proprio questi vaccini si sono affermati come il principale strumento a contrasto del virus.
Ora, i due scienziati verranno premiati nel corso della cerimonia ufficiale che si svolgerà in Svezia a dicembre, occasione in cui a Karikó e Weissman verrà anche consegnato un assegno del valore di 11 milioni di corone svedesi, ovvero circa 950.000 euro al cambio attuale.
Si tratta del premio in denaro più alto mai concesso finora per quanto riguarda il Nobel per la Medicina.
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