Ci sono davvero pochi dubbi sul fatto che Daniel Ortega vincerà le elezioni presidenziali in Nicaragua. Assicurandosi così il quarto mandato consecutivo insieme alla sua vicepresidente e moglie, Rosario Murillo.
Sono state definite “una parodia”, “una farsa” con “le peggiori condizioni possibili” per un voto, ma le elezioni generali in Nicaragua si sono comunque svolte domenica, seppur con un’astensionismo altissimo.
E il governo del presidente in carica Daniel Ortega non ha corso rischi. Trascorrendo i mesi passati a bloccare la partecipazione politica di potenziali rivali e a controllare da vicino il processo elettorale.
Da maggio, inoltre, la polizia di Ortega ha imprigionato dozzine di esponenti di spicco dell’opposizione. Tra questi,sette aspiranti alla presidenza, imprenditori, giornalisti e persino alcuni dei suoi vecchi alleati ribelli.
Ortega, 75 anni, ex rivoluzionario che ha contribuito a deporre la dittatura della famiglia Somoza di destra alla fine degli anni ’70, è già il leader più longevo delle Americhe, con 15 anni consecutivi al potere. Ha governato insieme a sua moglie, la vicepresidente Rosario Murillo, 70 anni, portavoce ufficiale del governo, dall’inizio del 2017. Tra le altre cose, nel 2009 fece modificare la Costituzione del Paese per eliminare il limite massimo di due mandati presidenziali.
Secondo i media statali del Nicaragua, gli elettori si sono riversati in tutto il Paese per votare per il presidente. “Partecipazione massiccia in tutti i comuni”, ha riportato l’outlet governativo che ha descritto lunghe file condotte in “ordine, pace e tranquillità”.
Eppure, secondo l’osservatorio elettorale nicaraguense Urnas Abiertas, alle elezioni si è registrata un’astensione compresa tra il 79 e l’84 per cento. Urnas Abiertas riferisce inoltre di “anomalie” e violazioni politiche registrate in 119 dei 153 comuni del Paese.
“In almeno 203 seggi è stato registrato l’uso di un veicolo di Stato per spostare i votanti, gli attivisti o altre attività di partito“. La coercizione o le facilitazioni per il voto erano dovute al popolo nicaraguense che ha ascoltato la richiesta di uno “sciopero elettorale”.
Assenti le misure anti Covid in almeno 129 seggi, mentre sono state segnalate almeno 71 denunce di propaganda all’interno dei centri di votazione. La polizia ha arrestato e poi rilasciato diversi giornalisti al lavoro fuori dai seggi.
Le tattiche del governo Ortega per soffocare la concorrenza hanno suscitato la condanna dei governi democratici di tutto il mondo.
Il governo del Costa Rica è stato il primo dell’America centrale a intervenire. Respingendo il processo come antidemocratico e invitando il governo di Ortega a “liberare immediatamente” tutti i prigionieri politici. Nonché a ripristinare i loro diritti civili.
Parole al vetriolo anche da parte degli Usa. “Quello che il presidente del Nicaragua Daniel Ortega e sua moglie, la vicepresidente Rosario Murillo, hanno orchestrato oggi è stata un’elezione pantomima che non era né libera né giusta, e sicuramente non democratica“, ha detto il presidente Joe Biden.
Nella capitale del Costa Rica, San José, decine di manifestanti si sono travestiti da pagliacci per indicare che le elezioni in Nicaragua erano un “circo”.
A Miami, i manifestanti portavano bandiere nicaraguensi blu e bianche e cartelli con la scritta “No alla frode elettorale”. E a Madrid, in Spagna, i manifestanti si sono radunati fuori dall’edificio del Congresso portando un grande cartello con la scritta “Nicaragua: giustizia e libertà”, chiedendo che i risultati del voto fossero respinti.
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