Navalny, messaggio dal carcere ma resta l’ansia: anche l’Onu si mobilita

Resta la grande tensione per le condizioni di salute di Alexei Navalny. Tanto che ora anche l’Onu inizia a mobilitarsi seriamente sul delicato tema della carcerazione del principale oppositore di Vladimir Putin in Russia. “È in grave pericolo. E necessita di urgenti cure mediche all’estero“, affermano infatti gli esperti dell’organizzazione intergovernativa più rappresentata a livello internazionale.

Navalny: il no ai medici, la visita dell’avvocato e il messaggio

Nelle scorse ore un team di medici, tra cui quello personale di Navalny, si è visto negare l’accesso alla nuova colonia penale dove il dissidente è in cura presso un ospedale della prigione. “Il trasferimento alla colonia penale IK-3 è un trasferimento alla stessa colonia di tortura“, aveva peraltro spiegato nei giorni scorsi Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anti-Corruzione. Olga Mikhailova, avvocato dello stesso Navalny, aveva invece descritto il suo assistito come “molto debole“, anche a causa dello sciopero della fame in corso e delle cure che i carcerieri gli negherebbero. “Gli è difficile parlare e stare seduto“, ha detto la legale ai giornalisti.

Dell’incontro con l’avvocato ha avuto modo di parlare anche Navalny, in un messaggio pubblicato su Instagram. “Ieri sera un avvocato è venuto da me per 5 minuti e mi ha raccontato del vostro grande supporto. Sia in Russia che nel mondo – ha scritto –. È stato un momento importante. E ho riso quando ho letto le parole dei luminari della medicina, secondo i quali con un tale livello di potassio nel sangue, come nei miei test, dovrei stare o nel reparto di terapia intensiva o in una bara. Beh, no, non possono fregarmi così facilmente: dopo il Novichok il potassio non fa paura“.

Tutti gli oppositori fermati in Russia

Nel frattempo arrivano aggiornamenti tutt’altro che rinfrancanti dalla Russia. La polizia ha infatti fermato a Mosca due delle principali alleate di Navalny: la portavoce Kira Yarmish e la legale del Fondo Anticorruzione, Liubov Sobol. A parlarne è l’Ansa, che cita i media locali che hanno dato spazio alle due notizie.

A quanto risulta alla testata online ‘Meduza’, Sobol sarebbe stata portata via da un taxi vicino alla stazione della metropolitana Avtozavodskaya. Del fermo di Yarmish riferisce invece ‘MediaZona’, citando l’avvocata Veronika Poliakova. Secondo l’ong Ovd-Info, sarebbero almeno 413 in 61 città della Russia le persone fermate finora per le proteste contro la detenzione in carcere di Navalny.

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