Il presidente della Repubblica ha paragonato la Russia attuale alla Germania nazista. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto con veemenza
Negli ultimi giorni, la tensione diplomatica tra Italia e Russia ha subito un significativo aggravamento a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Durante una commemorazione dell’80esimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, Mattarella ha paragonato la Russia attuale alla Germania nazista, un’affermazione che ha sollevato polemiche sia in Italia che a Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto con veemenza, avvertendo che tali parole “non resteranno senza conseguenze”. Questo scambio di accuse ha riacceso il dibattito sulla memoria storica, sulle relazioni internazionali e sull’eredità del fascismo in Italia.
Zakharova, intervenuta in un programma di un noto giornalista filo-Cremlino, ha sottolineato il peso storico delle affermazioni di Mattarella. Ha dichiarato: “Nella sua veste di presidente ha dichiarato di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Ciò non può e non rimarrà mai senza conseguenze”. La portavoce ha poi messo in evidenza che l’Italia ha partecipato attivamente alle aggressioni contro la Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, sottolineando che il fascismo ha trovato le sue radici proprio nel Bel Paese. Ha aggiunto: “Questo ci viene detto da una persona che sa bene quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda Guerra Mondiale”.
Le parole di Mattarella e la reazione russa non sono semplici incidenti diplomatici, ma riflettono un contesto più ampio di risentimento e rivalità storica. Il paragonare la Russia di oggi con il regime nazista tocca corde profonde della memoria collettiva sia italiana che russa. In Russia, la Grande Guerra Patriottica è celebrata con orgoglio nazionale, considerata una lotta per la sovranità e la liberazione dall’oppressione. La vittoria contro il nazismo è vista come una delle conquiste più significative della storia contemporanea, un motivo di unità e identità.
D’altro canto, l’Italia ha una storia complessa legata al fascismo e alla sua alleanza con la Germania nazista. La memoria storica italiana è segnata da ambivalenze; se da un lato c’è una forte condanna del fascismo, dall’altro ci sono tensioni su come affrontare questo capitolo oscuro della storia. Le dichiarazioni di Mattarella potrebbero essere interpretate come un tentativo di riaffermare una posizione morale, ma la modalità con cui sono state espresse ha suscitato forti reazioni.
Zakharova ha evidenziato gli effetti delle affermazioni di Mattarella, sostenendo che abbiano generato una “ondata di russofobia” in Italia, alimentata da una percezione distorta della Russia. La reazione dei cittadini italiani non si è fatta attendere: è emersa una petizione online, promossa dal giornalista italiano Vincenzo Lorusso, residente a Lugansk, che ha raccolto oltre 10.000 firme. I firmatari si dichiarano contrari alle affermazioni del presidente Mattarella e desiderano scusarsi con il popolo russo. Questo gesto riflette la complessità delle opinioni e delle emozioni in gioco.
Lorusso ha dichiarato che i firmatari sono principalmente cittadini italiani, ma vi è anche una significativa presenza di russi residenti in Italia.
L’eco delle parole di Mattarella e la risposta di Mosca si inseriscono in un contesto di relazioni internazionali sempre più fragile. Le tensioni tra Russia e Occidente, aggravate dalle recenti crisi geopolitiche, pongono interrogativi sul futuro delle alleanze e sulla necessità di un dialogo costruttivo. Le dichiarazioni di leader politici possono avere ripercussioni non solo a livello diplomatico, ma anche nella percezione e nel comportamento dei cittadini, creando una spirale di tensione difficile da interrompere.
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