Nell’ambito delle teorie sul paesaggio dietro il dipinto della Gioconda, arriva un nuovo studio che rivela dove si trova il lago nel dipinto di Leonardo.
Da anni gli studiosi e ricercatori d’arte stanno cercando una risposta definitiva sul preciso luogo che Leonardo avrebbe scelto come sfondo per il suo quadro più celebre, esposto al Museo del Louvre di Parigi.
La ricercatrice Carla Glori ha portato alla luce nuove e sorprendenti evidenze che collegano il paesaggio immortalato nella Gioconda, il capolavoro di Leonardo da Vinci, con la realtà geografica di Bobbio, in provincia di Piacenza. Attraverso un’analisi dettagliata, Glori ha individuato ben tredici punti di riferimento che accomunano il dipinto alla zona circostante il castello Malaspina Dal Verme. Tra questi spicca la presenza dell’affascinante lago raffigurato a destra della Monna Lisa, identificabile con lo slargo acqueo presso la sorgente salsoiodica di Piancasale.
Il luogo identificato da Glori come scenario del celebre ritratto nasconde una storia ricca e complessa. Nota fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche e per la produzione del sale, questa area ha subito nel corso dei secoli profonde trasformazioni. La scomparsa delle terme storiche di Piancasale all’inizio del XX secolo e le modifiche apportate al paesaggio dalla costruzione degli impianti idroelettrici, hanno reso difficile riconoscere quella che un tempo era una vivace distesa d’acqua.
L’ipotesi proposta da Carla Glori non si limita a stabilire un collegamento visivo tra il dipinto e il paesaggio bobbiese, ma si addentra nelle possibili connessioni storiche che potrebbero aver portato Leonardo a scegliere proprio questo scenario come sfondo per la sua opera più famosa. Secondo la ricercatrice, le acque termali della zona avrebbero potuto ispirare l’artista tanto quanto i legami tra Bianca Sforza, possibile modella per la Gioconda, e gli Sforza con il castello Malaspina Dal Verme.
Ulteriori conferme dell’ipotesi proposta da Glori emergono dallo studio delle peculiarità geologiche del territorio bobbiese. La finestra tettonica di Bobbio, gli studi sulle ofioliti locali e i recenti ritrovamenti paleontologici forniscono ulteriori elementi a sostegno della teoria secondo cui Leonardo avrebbe trovato in questo angolo d’Italia l’ispirazione per il suo capolavoro.
Tra i tredici punti individuati da Glori figura anche il ponte Gobbo, elemento architettonico distintivo del paesaggio bobbiese che sembra trovare corrispondenze nel dipinto leonardesco. Grazie ai progetti tecnici conservati fino ad oggi inediti dell’architetto Antonio Maria Losio è possibile tracciare paralleli significativi tra lo stato del ponte nei secoli passati e quello rappresentato nella Gioconda.
Lo studio condotto dalla ricercatrice Carla Glori apre nuove affascinanti prospettive sulla comprensione della Gioconda di Leonardo da Vinci. Collegando elementi storici, artistici e naturalistici attraverso una ricerca accurata ed esaustiva, questa nuova ipotesi invita a uno sguardo rinnovato sulle possibili fonti d’ispirazione dell’artista rinascimentale par excellence.
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