Il missile balistico Oreshnik, lanciato dalla Russia giovedì 22 novembre contro la città ucraina di Dnipro, ha attirato l’attenzione internazionale per le sue caratteristiche e il contesto in cui è stato impiegato. Secondo quanto dichiarato dal presidente russo Vladimir Putin, il lancio rappresentava sia un test che un messaggio, rivolto all’Ucraina e all’Occidente. Sebbene il missile non abbia causato danni particolarmente significativi, le implicazioni politiche e militari del suo utilizzo sono state ampiamente dibattute.
Che cos’è il missile Oreshnik?
Il test dell’Oreshnik, come confermato dallo stesso Putin, è stato effettuato per dimostrare la capacità operativa del missile, un’arma balistica a medio raggio che si distingue per la velocità e la gittata. Il suo utilizzo in territorio ucraino rappresenta anche una risposta alle decisioni degli Stati Uniti e del Regno Unito di consentire a Kiev di lanciare missili ATACMS in territorio russo. Con questo gesto, Mosca sembra voler riaffermare la propria forza militare e inviare un avvertimento non solo all’Ucraina, ma anche ai Paesi occidentali che la supportano.
L’Oreshnik non è il missile più potente nell’arsenale russo, né quello con la maggiore gittata o capacità distruttiva. Si tratta, piuttosto, di un’arma derivata da modelli precedenti, a cui sono stati apportati alcuni miglioramenti tecnologici. Tuttavia, il suo lancio ha sollevato allarmismi, tanto che inizialmente l’Ucraina aveva ipotizzato si trattasse di un missile balistico intercontinentale (ICBM), tipologia caratterizzata da una gittata superiore ai 5.500 chilometri. In realtà, l’Oreshnik rientra nella categoria dei missili a medio raggio, con una gittata stimata tra i 3.000 e i 5.500 chilometri.
Una delle caratteristiche distintive del missile è la sua velocità, che, secondo analisi ucraine, avrebbe raggiunto Mach 11, pari a circa 13.600 chilometri all’ora. Anche se negli arsenali moderni esistono missili ancora più veloci, capaci di raggiungere Mach 20, l’Oreshnik resta un’arma estremamente difficile da intercettare. Le difese aeree ucraine, già messe a dura prova da altre tipologie di attacchi russi, potrebbero incontrare serie difficoltà nel neutralizzare missili con queste caratteristiche. Per questo motivo, Kiev ha richiesto agli Stati Uniti sistemi di difesa più avanzati, in grado di affrontare minacce balistiche.
Nonostante la sua velocità e capacità di penetrazione, l’Oreshnik non è adatto per attacchi su larga scala. Missili come questo sono infatti costosi e richiedono tempi lunghi di produzione, il che li rende poco pratici per un utilizzo massiccio. La Russia continua invece a fare ampio uso di missili da crociera, che, pur meno avanzati, possono essere lanciati in quantità elevate per colpire le città ucraine.
Secondo i video diffusi successivamente al lancio, l’Oreshnik è in grado di trasportare sei cariche esplosive, che possono dividersi in unità più piccole una volta rilasciate. Tuttavia, le esplosioni causate dal missile a Dnipro non sono state particolarmente significative, al punto che alcuni analisti ipotizzano che le cariche trasportate fossero inerti o prive di esplosivo. Questo rafforza l’idea che il lancio avesse soprattutto una valenza simbolica.
La propaganda russa ha sfruttato l’occasione per presentare il missile come una minaccia esistenziale non solo per l’Ucraina, ma anche per l’Europa. Sono stati diffusi video che mostrano simulazioni di attacchi contro capitali europee, con l’intento di amplificare la percezione del pericolo. Tuttavia, molti esperti concordano sul fatto che l’introduzione dell’Oreshnik non rappresenti un punto di svolta decisivo nel conflitto in Ucraina. La Russia possiede infatti missili più potenti e avanzati, e il nuovo missile non sembra destinato a cambiare in modo significativo l’equilibrio delle forze.
L’introduzione dell’Oreshnik avviene in un momento delicato, in cui la tensione tra Mosca e l’Occidente è particolarmente alta. Negli ultimi giorni, diversi Paesi occidentali hanno chiuso le proprie ambasciate a Kiev, mentre l’Ucraina ha cancellato una seduta plenaria del parlamento per timore di nuovi attacchi aerei. Questo clima di incertezza evidenzia quanto il conflitto abbia superato i confini del confronto militare, diventando anche una guerra di propaganda e dimostrazioni di forza.
Putin ha annunciato che la Russia intende continuare a impiegare missili Oreshnik nel conflitto. La scelta del nome, che in russo significa “nocciolo”, potrebbe alludere alla durezza e alla resilienza dell’arma. Sebbene le sue caratteristiche tecniche lo rendano un’arma sofisticata, gli analisti sottolineano che la sua reale efficacia dipende non solo dalle sue capacità intrinseche, ma anche dal contesto strategico in cui viene utilizzato.
In definitiva, l’Oreshnik rappresenta uno sviluppo significativo, ma non rivoluzionario, nell’arsenale russo. Il suo utilizzo nel conflitto ucraino sottolinea la volontà di Mosca di mantenere alta la pressione sia sul campo di battaglia che a livello geopolitico. Tuttavia, l’introduzione di questo nuovo missile non sembra destinata a cambiare le sorti della guerra, almeno nel breve termine. Gli sforzi di Kiev e dell’Occidente continueranno a concentrarsi sul rafforzamento delle difese, mentre la Russia sembra puntare sempre più sulla dimostrazione delle proprie capacità belliche per cercare di influenzare il corso del conflitto.