Non si placano le proteste a Brooklyn Center, centro periferico di Minneapolis, in seguito all’uccisione del ventenne afroamericano Daunte Wright. Il tragico evento, che secondo le prime ricostruzioni sarebbe avvenuto a causa di un errore dell’agente di polizia che ha fermato il giovane, ha risvegliato una rabbia sociale che sembra ancora lontana dal placarsi. I manifestati si sono radunati davanti al dipartimento di polizia. Anche se per il momento la situazione è sotto controllo, la tensione resta alta. Non è mancato qualche lancio di pietre e bottiglie verso gli agenti, i quali hanno risposto con lo spray al peperoncino e i gas lacrimogeni. Tramite gli altoparlanti la polizia ha invitato la folla a disperdersi, dichiarando l’assembramento illegale.
Secondo quanto raccontato dalla madre di Daunte Wright, il 20enne sarebbe stato fermato dalla polizia a causa di un deodorante per auto a forma di alberello appeso allo specchietto retrovisore. La versione è quella data dallo stesso ragazzo nell’ultima chiamata fatta alla donna, pochi istanti prima di morire. “Mi ha detto che lo avevano fermato per quel deodorante attaccato allo specchietto, ho sentito paura nella sua voce, era terrorizzato dalla polizia” spiega Katie Wright. “Non posso accettare la motivazione dell’errore”. La madre della vittima si riferisce alla tesi secondo la quale la pistola che ha esploso il colpo fatale sarebbe stata scambiata per un taser. Per il medico legale che ha condotto l’autopsia non ci sono dubbi: Daunte Wright è stato ucciso. Spetterà alle indagini stabilire se l’omicidio sia stato intenzionale o accidentale.
Per Katie Wright “l’agente che ha sparato deve pagare per le sue responsabilità”. La poliziotta in questione si chiama Kim Potter ed è una veterana con alle spalle più di 26 anni di servizio nel dipartimento di polizia di Brooklyn Center. Nelle ore successive alla morte di Daunte Wright ha annunciato le proprie dimissioni con effetto immediato. Anche Tim Gannon, il capo del suo dipartimento, si è dimesso.
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