Il caso dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, si sta per chiudere anche davanti alla Corte suprema indiana. Sono passati ormai quasi dieci lunghi anni da quando nacque la controversia internazionale tra Italia e India. I due miliari, imbarcati sulla petroliera italiana Enrica Lexie come nuclei militari di protezione, vennero accusati di avere ucciso il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala, (stato dell’India sud-occidentale) Valentine Jelastine e Ajeesh Pink: due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano.
Dopo la decisione finale nello scorso luglio da parte dell’arbitrato internazionale, seconda cui i due marò dovevano essere processati in Italia, a breve dovrebbe essere messa la parola ‘fine’ al caso per quanto riguarda la giurisdizione indiana. Secondo Asia news, infatti, l’Alta Corte ha stabilito che il dossier sarà chiuso quando lo Stato italiano avrà versato su un conto del Ministero degli Esteri di Delhi 100 milioni di rupie (circa 1,1 milioni di euro) come risarcimento. Le famiglie dei pescatori hanno infatti accettato l’indennizzo e la somma di denaro si aggiunge a quella già versata in passato dall’Italia per circa 245 mila euro.
L’entità del risarcimento ai due pescatori uccisi dai marò nove anni fa
Le famiglie dei due pescatori rimasti uccisi riceveranno 40 milioni di rupie ciascuna. Mentre gli altri 20 milioni andranno a Freddy Bosco, proprietario del St.Antony. Bosco era rimasto ferito nella sparatoria che nel 2012 coinvolse i militari italiani a bordo della nave Enrica Lexie e il peschereccio scambiato per un’imbarcazione di pirati.
Nel luglio 2020, il Tribunale arbitrale internazionale stabilì, dopo anni di contenzioso tra Italia e India, che i due fucilieri di Marina dovessero essere processati in Italia perché godevano al momento dei fatti dell'”immunità funzionale”. Allo stesso tempo decise che l’Italia avrebbe dovuto risarcire la perdita di vite umane e i danni materiali e morali inflitti agli altri membri dell’equipaggio del peschereccio.