Le dichiarazioni di Marine Le Pen su elezioni, relazioni internazionali, Donald Trump e il futuro del Rassemblement National
Nella sala Concorde di un prestigioso hotel a place Vendôme, tra champagne, petits-fours e una platea composta da dirigenti e sostenitori del Rassemblement National, Jordan Bardella firma copie del suo libro appena pubblicato, Ce que je cherche (“Quel che cerco”). Intanto, Marine Le Pen, sua mentore e figura di spicco del partito, discute con alcuni giornalisti di temi centrali come le prossime elezioni presidenziali, le dinamiche europee e l’ipotetica amministrazione Trump.
La conversazione avviene in un momento delicato per Le Pen: è sotto processo per il caso degli assistenti parlamentari a Strasburgo e attende il verdetto del procuratore. Poco dopo, arriverà la richiesta di una pena di cinque anni di prigione e ineleggibilità. L’ipotesi che il processo possa compromettere la sua quarta candidatura all’Eliseo è nell’aria, ma Le Pen non sembra farsi intimidire.
Marine Le Pen mantiene la sua posizione chiara, pur riconoscendo l’incertezza del contesto politico:
«Dipenderà dalle circostanze, come dice anche Jordan. Al momento, sono io la candidata. Tuttavia, sono consapevole di quanto rapidamente possano cambiare le cose. La politica è piena di imprevisti. Nel frattempo, sono orgogliosa del percorso di Jordan e del fatto di aver contribuito alla sua crescita come leader. Oggi presenta il suo libro con un editore importante come Fayard. Ma il fatto che solo una casa editrice abbia accettato di pubblicare il libro del presidente del primo partito di Francia la dice lunga sullo stato della nostra democrazia».
Parlando di politica globale, Le Pen riflette sull’impatto della vittoria di Trump, considerando le implicazioni non solo per l’Europa ma per il mondo intero:
«La vittoria di Donald Trump cambierà gli equilibri globali. In parallelo, ci sono dinamiche preoccupanti, come l’avvicinamento tra Arabia Saudita e Iran o il crescente peso dei BRICS. Trump difenderà gli interessi americani più di chiunque altro, spesso in contrasto con quelli europei. Finché le politiche commerciali europee continueranno a essere decise da Bruxelles con un approccio ingenuo e privo di protezionismo, rischieremo grosso. Le nostre industrie potrebbero pagarne il prezzo. Come diceva De Gaulle, non abbiamo amici, solo interessi. I leader europei devono smettere di cedere a questo angelismo e agire con realismo».
Un tema delicato emerso di recente riguarda l’influenza di Elon Musk nelle questioni europee, come il suo intervento sul tema dei migranti in Albania. Le Pen non manca di sottolineare l’ipocrisia dell’Unione Europea in materia di ingerenze:
«C’è chi protesta parlando di ingerenze, ma è curioso che questa accusa venga proprio dall’Unione Europea, che da sempre interferisce in tutto il mondo, dando lezioni a chiunque. Non ho seguito nel dettaglio il caso, ma considero normale che Giorgia Meloni coltivi rapporti con Trump. Se fossi presidente della Repubblica, farei lo stesso per la Francia».
Molti vedono nel ritorno di Trump una possibile occasione per rafforzare l’unità europea, superando le esitazioni del passato. Marine Le Pen si mostra scettica e critica verso questa visione:
«Ogni crisi è un’opportunità per l’Unione Europea di accrescere il proprio potere. Durante il Covid hanno usato la crisi per acquisire competenze sulla Sanità, mentre con la guerra in Ucraina hanno cercato di promuovere l’idea di un esercito comune europeo. Ora dicono che serve più Europa, sacrificando ulteriormente le sovranità nazionali per contrastare Trump. Se questa è la loro strategia, ci troveranno a opporci con determinazione».
Marine Le Pen affronta un momento cruciale per il suo futuro politico e per il Rassemblement National. Nonostante il processo in corso e le incertezze, continua a delineare una visione politica chiara: opposizione all’accentramento di potere dell’Unione Europea, protezione degli interessi francesi e pragmatismo nelle relazioni internazionali. Nel frattempo, Jordan Bardella emerge come un volto importante del partito, dimostrando che il futuro del Rassemblement National è già in costruzione, indipendentemente dalle sfide imminenti.
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