A poche settimane dall’inizio delle riforme, gran parte del personale dell’USAID è stato messo in congedo forzato, con conseguenti ritardi e interruzioni nei programmi di assistenza
Negli ultimi anni, l’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) ha rappresentato un pilastro fondamentale nella fornitura di aiuti umanitari e assistenza allo sviluppo in tutto il mondo. Tuttavia, dall’inizio del secondo mandato del presidente Donald Trump, si è assistito a un tentativo sistematico di smantellamento di questa agenzia, con conseguenze devastanti per molti Paesi e comunità che dipendono dal suo supporto. Con la sospensione dei finanziamenti e l’introduzione di misure drastiche, l’USAID si trova in una crisi senza precedenti, i cui segni hanno già iniziato a manifestarsi.
A poche settimane dall’inizio delle riforme, gran parte del personale dell’USAID è stato messo in congedo forzato, con conseguenti ritardi e interruzioni nei programmi di assistenza. Anche se un tribunale ha temporaneamente bloccato questa misura, il clima di incertezza creato da queste decisioni ha portato a una paralisi operativa. I finanziamenti per numerosi programmi sono stati sospesi, e molti collaboratori hanno ricevuto lettere di licenziamento con breve preavviso, lasciando un vuoto incolmabile in contesti già fragili.
Nel 2023, USAID ha distribuito aiuti per un valore di circa 42 miliardi di euro. Tuttavia, le conseguenze di questa manovra si manifestano in modo particolarmente drammatico in Africa subsahariana, una delle regioni più colpite. Nel 2024, l’Africa ha ricevuto circa 6,6 miliardi di dollari, ma le promesse di mantenere attivi alcuni programmi, come quelli per la lotta contro l’HIV/AIDS, non possono nascondere la chiusura imminente di molti altri centri medici e strutture sanitarie.
In Etiopia, per esempio, 5.000 dipendenti pubblici del settore sanitario, il cui stipendio era legato ai finanziamenti di USAID, sono stati licenziati. Ciò ha avuto ripercussioni dirette sulla qualità dell’assistenza sanitaria e sull’accesso ai servizi per le popolazioni vulnerabili. Le strutture che fornivano sostegno alle persone affette da HIV sono state costrette a chiudere, lasciando molti senza cure e supporto.
In altre nazioni, come la Repubblica del Congo, dove la guerra civile ha già creato una crisi umanitaria, circa 4,6 milioni di persone sfollate dipendevano dagli aiuti statunitensi per la sussistenza. La sospensione dei fondi significa che questi individui potrebbero trovarsi in una situazione ancora più precaria, senza accesso a cibo, acqua e cure mediche di base. In Mali, un’iniziativa di 25 milioni di dollari per sostenere i giovani provenienti da contesti vulnerabili è a rischio di chiusura, mettendo in pericolo il futuro di migliaia di ragazzi.
Le organizzazioni non governative (ONG) che collaborano con USAID non sono esenti dalle conseguenze. Ad esempio, l’associazione turca Dünya Doktorları, che riceveva il 60% del proprio bilancio da USAID, ha dovuto licenziare 300 persone e chiudere 12 ospedali nel nord della Siria, una regione già duramente colpita da conflitti e disastri naturali. La chiusura di queste strutture non solo riduce l’accesso ai servizi sanitari, ma aumenta anche il tasso di mortalità tra le popolazioni vulnerabili.
Le ONG si trovano ora a dover cercare fonti alternative di finanziamento per continuare le loro operazioni. Tuttavia, la maggior parte dei fondi dell’Unione Europea viene discussa ogni sette anni, rendendo difficile un intervento tempestivo e significativo. Anche se i Paesi europei potrebbero essere disposti a sostenere alcune iniziative, le limitazioni burocratiche e la riluttanza a versare fondi non concordati potrebbero ostacolare qualsiasi sforzo di ripristino dell’assistenza.
Con il ritiro degli Stati Uniti, altri attori internazionali stanno cercando di riempire il vuoto lasciato dall’USAID. La Cina, ad esempio, ha già iniziato a finanziare programmi precedentemente sostenuti dagli USA, come quelli per la rimozione delle mine in Cambogia, versando circa 4 milioni di euro. Questo spostamento di fondi potrebbe alterare l’equilibrio geopolitico in molte regioni, con la Cina che si affermerebbe come un nuovo leader nell’assistenza allo sviluppo.
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