Netanyahu ha rifiutato l’ultima proposta di tregua e ha dichiarato di voler proseguire il conflitto. Il leader israeliano che avrebbe prima dichiarato di essere d’accordo, ha poi fatto marcia indietro, ma quali sono le motivazioni?
Israele ha lanciato una serie di operazioni in Libano con l’obiettivo dichiarato di colpire siti di Hezbollah. Netanyahu all’Onu ha dichiarato: “Non avevo intenzione di venire qui quest’anno. Il mio paese è in guerra, sta lottando per sopravvivere. Ma dopo aver sentito le bugie e le calunnie rivolte al mio Paese da molte persone su questo podio, ho deciso di venire qui e di mettere le cose in chiaro“. Il suo discorso era molto atteso per quello che sta succedendo a Gaza e in Libano con gli intensi bombardamenti iniziati quattro giorni fa. Il premier israeliano si è rifiutato di accettare una tregua.
I morti in Libano sarebbero 700 da lunedì e l’agenzia di stampa Reuters rende noto che le nazioni occidentali stanno valutando opzioni per l’avecuazione in sicurezza dei propri cittadini nell’ipotesi di una guerra su vasta scala, aggiungendo che Cipro e forse la Turchia sarebbero pronti a offrire rifugio. “Abbiamo richieste da diversi Paesi, non solo dall’Unione europea. Siamo pronti a svolgere questo ruolo in caso di necessità“, ha detto il presidente di Cipro, Nikos Christodoulides. Questa mattina l’esercito israeliano ha fatto sapere che sono stati identificati “10 razzi provenienti dal Libano, alcuni dei quali sono stati intercettati e altri risultano caduti in aree aperte”.
Ieri il ministero della Salute di Beirut ha denunciato un bilancio di 92 morti e 153 feriti in sole 24 ore. “La guerra a Hezbollah continuerà fino a quando non saranno raggiunti tutti gli obiettivi che Israele si è prefissato: il ritorno in sicurezza dei cittadini israeliani nelle loro case al nord di Israele, vicino al confine con il Libano, e l’uccisione dei leader di Hezbollah“, ha detto il primo ministro israeliano dopo essere atterrato all’aeroporto Jfk di New York.
“È importante chiarire che, all’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno informato Israele della loro intenzione di proporre, insieme ad altri partner internazionali e regionali, una proposta di cessate il fuoco in Libano. Israele condivide gli obiettivi dell’iniziativa, volti a consentire alle persone di tornare in sicurezza nelle proprie case lungo il confine settentrionale ed apprezza gli sforzi degli Usa in questo senso“, ha continuato il leader d’Israele. Sul Libano, intanto, Israele “condivide gli obiettivi dell’iniziativa a guida americana per permettere alle persone che vivono lungo il confine nord di ritornare in sicurezza nelle loro case”, fa sapere l’ufficio del premier Netanyahu. La nota dell’ufficio del primo ministro fa sapere che si è discusso di “come possiamo avanzare verso l’obiettivo condiviso del ritorno delle persone in sicurezza e continueremo le discussioni nei prossimi giorni“.
Netanyahu ha rifiutato l’ultima proposta di tregua e ha dichiarato di voler proseguire il conflitto, ma quali sono le motivazioni? Secondo una ricostruzione di Channel 12, rilanciata da Times of Israel, il ministro degli Affari strategici israeliano, Ron Dermer, aveva raggiunto intese di principio con gli Stati Uniti per un cessate il fuoco in Libano e Gaza. Il leader israeliano, anch’egli prima d’accordo, ha poi fatto marcia indietro. L’ufficio del premier aveva dichiarato che Washington aveva “condiviso con Israele l’intenzione di presentare, insieme ad altri partner internazionali e regionali, una proposta di cessate il fuoco in Libano”.
“L’accordo per una tregua in Libano e a Gaza è saltata per il ricatto della destra israeliana“, fanno sapere alcuni media. In realtà sia Stati Uniti che Francia hanno chiarito che Netanyahu aveva accettato privatamente il piano di cessate il fuoco solo per poi rinunciarvi successivamente con una reazione negativa, spiega sempre Challen 12. Il leader di Israele aveva anche negato di aver accettato la proposta di tregua. La discussione tra gli Stati era proseguita a lungo, ma a quanto pare non si era raggiunto un vero accordo. Mentre Netanyahu era in viaggio per New York Biden e Macron hanno annunciato il cessate il fuoco di 21 giorni. Netanyahu avrebbe dovuto confermare quest’intesa una volta arrivato, ma ha invece negato. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha detto che il piano era stato “coordinato” con il leader israeliano.
Dall'indagine che ha coinvolto la Generazione Z è emerso che soltanto il 20% si sente…
Sciopero nazionale della sanità: medici e infermieri protestano contro la manovra 2025 per chiedere dignità,…
Donald Trump prepara la sua nuova amministrazione con nomine sorprendenti e fedeli alleati, puntando su…
Scopri i dettagli del Bonus Natale 2024: requisiti, novità e modalità per ottenere i 100…
Il patron di X avrebbe messo in discussione alcuni dei candidati scelti da Boris Epshteyn,…
Il nuovo singolo del gruppo della provincia di Bergamo fa scoppiare la polemica sui social.…