La legge anti-Lgbt approvata da Budapest è stata al centro di aspre polemiche durante l’ultimo vertice Ue. Mario Draghi, il presidente del Consiglio, ha ricordato a Viktor Orban l’articolo 2 del Trattato Ue, sottoscritto anche dall’Ungheria. “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze – si legge nel suddetto articolo – Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. “Spetta alla Commissione stabilire se l’Ungheria viola o no il trattato”, ha sottolineato Draghi.
David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo, ha parlato di “una discriminazione incompatibile con i valori fondamentali dell’Ue”. “Ecco perché siamo preoccupati delle recenti iniziative legislative in Ungheria. Quando i valori democratici sono attaccati, la nostra risposta deve essere ferma”, ha aggiunto. “Ma per essere forti e convincenti sulla scena internazionale, dobbiamo essere coerenti e garantire l’applicazione dello stato di diritto e dei diritti fondamentali che chiediamo agli altri di rispettare”. Emmanuel Macron, il presidente della Repubblica francese, ha aggiunto che ci sarà “una discussione sulla legge ungherese tra tutti gli Stati membri e sarà franca e ferma”. “Mi aspetto che le istituzioni Ue, a nome di tutti e dei nostri principi, mettano in atto le procedure previste”, ha aggiunto Macron. “Spero anche che nel dialogo si possa trovare un cammino che permetta a Orban di portare avanti le sue priorità, ma rispettando i nostri diritti”.
Piuttosto dura la posizione di Mark Rutte. Per il premier olandese non c’è posto nell’Unione europea per un Paese che ha firmato una legge anti-Lgbt. “Non credo che Orban ritirerà la legge”, ha aggiunto. “È spudorato e perciò penso che andrà avanti. L’obiettivo a lungo termine è mettere l’Ungheria in ginocchio. Devono capire che, o sono membri dell’Unione europea, e perciò della nostra comunità di valori, o ne sono fuori”, ha poi sottolineato Rutte nel corso di un’intervista con i media fiamminghi. A quanto si apprende da fonti Ue, il premier olandese ha sollevato il tema al summit dei leader Ue.
Su disposizione della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, i commissari Thierry Breton e Didier Reynders hanno scritto “una lettera politica” indirizzata a Judit Varga, la ministra della giustizia ungherese. Nella missiva viene evidenziato che l’entrata in vigore della legge anti-Lgbt violerebbe la Carta Ue dei diritti fondamentali e anche le direttive sull’audiovisivo e sull’e-commerce. Nel caso in cui ciò dovesse accadere, la Commissione europea non esiterebbe a “intraprendere azioni in linea con i poteri previsti dai Trattati”. L’Ungheria avrà una settimana di tempo per fornire chiarimenti a Bruxelles. Dal canto suo, Ursula Von der Leyen ha definito la legge ungherese “una vergogna”, in quanto “discrimina le persone sulla base dell’orientamento sessuale, andando contro i valori fondamentali della Ue”.
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