Se in altre zone la sfida è molto più definita, sarà probabilmente qui che si deciderà la corsa alla Casa Bianca
Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2024 si avvicinano e la competizione tra Donald Trump e Kamala Harris è più serrata che mai, focalizzandosi in particolare su sette stati cruciali. In un sistema elettorale in cui non conta ottenere la maggioranza del voto popolare, ma conquistare almeno 270 grandi elettori, alcuni stati acquisiscono un’importanza strategica molto maggiore rispetto ad altri. Questo particolare sistema assegna a ciascuno stato un numero di delegati, o “grandi elettori”, proporzionale alla popolazione: il candidato che ottiene la maggioranza anche solo di un singolo voto in uno stato conquista tutti i suoi elettori. Ne consegue che non è necessario ottenere larghissime maggioranze, bensì vincere in un numero sufficiente di stati chiave, anche con un margine ridotto. Per questo motivo la campagna di Harris e quella di Trump stanno investendo tempo, risorse e denaro in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Nevada, Georgia e North Carolina, gli stati “in bilico” in cui i due contendenti sono più vicini nei sondaggi e in cui un singolo voto può fare la differenza.
La Pennsylvania, con i suoi 20 grandi elettori, è il più popoloso tra gli stati in bilico e rappresenta un tassello fondamentale per i Democratici. Fa parte di quel cosiddetto “Blue Wall”, che per decenni è stato una roccaforte per il partito. Negli ultimi anni, tuttavia, questo stato è diventato molto più competitivo: nel 2016 votò per Trump, ma nel 2020 tornò in bilico, con Joe Biden che vinse di un margine esiguo di 81.000 voti. In Pennsylvania, il sostegno a Harris proviene in gran parte dalle aree urbane, come Philadelphia e Pittsburgh, dove il voto democratico ha radici solide grazie alla presenza di popolazioni urbane e pensionati orientati a sinistra.
La campagna elettorale di Harris punta a preservare questo vantaggio urbano, ma non manca il rischio di perdere terreno nelle aree rurali e nelle zone deindustrializzate, dove Trump è molto popolare e ha un forte sostegno. Entrambi i partiti stanno investendo massicciamente in pubblicità televisiva e in mobilitazione degli elettori, con spese che superano mezzo miliardo di dollari solo in Pennsylvania. La battaglia è talmente serrata che Elon Musk, imprenditore e sostenitore di Trump, si è stabilito temporaneamente nello stato per coordinare le attività di sostegno al candidato repubblicano.
In North Carolina, storicamente uno stato repubblicano, i Democratici stanno registrando progressi negli ultimi anni. Con la sua popolazione di circa 10 milioni di persone, il North Carolina conta 16 grandi elettori, e sebbene Trump abbia vinto di poco nel 2020, il vantaggio repubblicano sembra ridursi. Le città più grandi come Charlotte, ad esempio, tendono a favorire il partito democratico: qui, la comunità afroamericana è in costante crescita, e la popolazione urbana ha spesso preferenze politiche progressiste, come dimostra l’elezione di sindaci democratici negli ultimi anni.
Tuttavia, Trump gode ancora di un margine di vantaggio nei sondaggi, sostenuto dalla forte presenza repubblicana nelle zone rurali e tra gli elettori più conservatori. L’importanza del North Carolina risiede nel fatto che, pur essendo uno stato tradizionalmente repubblicano, un’inversione di tendenza a favore di Harris potrebbe rivelarsi decisiva, garantendo una vittoria a sorpresa ai Democratici in un’area storicamente rossa.
La Georgia è un altro stato di vitale importanza per la competizione presidenziale. Tradizionalmente repubblicana, nel 2020 ha visto una svolta storica con la vittoria di Biden, che vinse di appena 11.000 voti. L’aumento del consenso per i Democratici in Georgia è attribuito in gran parte alla mobilitazione di leader come Stacey Abrams, che ha incentivato il voto della comunità afroamericana. Nonostante i recenti successi democratici, Trump ha ancora una forte base di sostenitori tra i cristiani conservatori, una fetta importante dell’elettorato georgiano, che potrebbe riportare lo stato verso i Repubblicani.
Harris, però, punta a mantenere il sostegno della comunità afroamericana e delle donne, specialmente nelle aree suburbane, dove le posizioni conservatrici di Trump su diritti civili e aborto potrebbero risultare impopolari. Nonostante gli sforzi democratici, gli ultimi sondaggi danno Trump in leggero vantaggio, segnalando una battaglia particolarmente intensa anche in Georgia.
Michigan e Wisconsin sono due stati del Midwest che insieme alla Pennsylvania costituiscono il “Blue Wall”. Entrambi hanno vissuto cambiamenti significativi nelle loro economie e demografie, legati alla deindustrializzazione e alla crescita della popolazione urbana. Nel Michigan, Trump ha ottenuto il miglior risultato per un Repubblicano dal 1980, grazie al sostegno tra gli operai e nella comunità musulmana insoddisfatta della politica estera democratica. Il sostegno di figure locali come Amer Ghalib, sindaco di un sobborgo di Detroit e sostenitore di Trump, evidenzia la crescente popolarità dei repubblicani tra alcune minoranze.
I Democratici, dal canto loro, stanno tentando di mobilitare la comunità afroamericana e le donne dei sobborghi più benestanti, mentre in Wisconsin la strategia è quella di limitare i danni nelle zone rurali, dove i Repubblicani sono forti, compensando con un voto massiccio nelle città principali. I sondaggi, però, mostrano una situazione di parità, rendendo entrambi gli stati aperti a esiti imprevedibili.
L’Arizona, uno stato tradizionalmente repubblicano, sta subendo una trasformazione demografica e culturale: la crescente popolazione latina e l’afflusso di persone istruite e giovani, attratte dalle opportunità di lavoro a Phoenix, stanno spostando l’elettorato verso sinistra. Nel 2020, Biden vinse di misura, ma i repubblicani mantengono un’ampia base di elettori registrati, e l’affluenza anticipata sembra confermare il loro forte radicamento.
Tuttavia, il retaggio di John McCain, senatore repubblicano moderato e figura storica dello stato, ha lasciato una certa diffidenza verso Trump, tanto che il suo consenso è inferiore rispetto ad altri stati repubblicani. Anche se i sondaggi danno Trump in vantaggio, l’Arizona rimane un terreno incerto e potrebbe vedere una rinnovata affermazione democratica.
Il Nevada è uno degli stati più colpiti dalla crisi economica e ha un alto tasso di disoccupazione. La sua economia è fortemente dipendente dal turismo e dall’industria dell’intrattenimento di Las Vegas, settori che hanno subito un duro colpo durante la pandemia. Questa situazione rende gli elettori particolarmente sensibili al tema del costo della vita, che è aumentato notevolmente durante l’amministrazione Biden, dando ai Repubblicani un messaggio potente da sfruttare.
Le due senatrici democratiche del Nevada, Jacky Rosen e Catherine Cortez Masto, hanno portato avanti una campagna attiva per contrastare Trump, ma i Repubblicani puntano sulla retorica economica per conquistare il Nevada, che è uno degli stati in cui la vittoria sembra essere davvero alla portata di entrambi.
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