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MONDO

L’Australia ha ancora un problema con i gatti selvatici: causerebbero l’estinzione della fauna indigena

I felini sono ritenuti responsabili della sparizione di 34 specie di mammiferi autoctoni nel contintente. Come stanno provando a risolvere la situazione a Canberra?

In Australia i gatti selvatici sono i responsabili della graduale estinzione della fauna indigena. A lanciare l’allarme il New York Times, che ha spiegato come i felini, che sono giunti nel continente con i coloni europei alla fine del XVIII secolo, sarebbero colpevoli dell’estinzione di diverse specie autoctone della regione. Tuttavia, la tesi del quotidiano statunitense, sul quale concordano alcuni studiosi e rappresentanti governativi, è contestata dalle perplessità di ecologisti e animalisti, che denunciano l’ormai caccia aperta ai gatti selvatici.

L’impatto dei gatti sulla fauna australiana

Proprio al New York Times John Read, ecologo dell’università di Adelaide, fondatore nel 1997 di Arid Recovery, la più grande riserva naturale del Paese per la protezione delle specie autoctone minacciate, ha dichiarato come “i gatti siano semplicemente catastrofici”, confermando la devastazione della fauna locale da parte di questi felini. Secondo quanto riportano i dati raccolti dal giornale newyorchese, sono almeno 34 le specie di mammiferi autoctoni estinte, il peggior tasso di estinzione dei mammiferi mai registrato nel mondo moderno, sostengono gli studiosi della Charles Darwin University.

Gatti randagi | Unsplash @Aleksandar Popovski – newsby.it

Sono principalmente i piccoli marsupiali gli animali più colpiti, dal wallaby al mini-canguro bettong, ma anche il bandicoot australe e il bilby dalle orecchie di coniglio, o ancora il quoll, una specie di criceto con la pelliccia maculata. Tutte queste specie rischiano di estinguersi in poco tempo, secondo gli studi, se non si pone rimedio alla situazione relativa ai gatti. Gli ultimi esemplari di queste specie sopravvivono nella riserva Arid Discovery creata da Read, anche grazie all’utilizzo di tiratori scelti che, in periodiche battute di caccia, abbattono i gatti.

I rimedi utilizzati contro i gatti: il Felixer

Il gatto è stato etichettato dagli enti governativi quindi un “parassita di rilevanza nazionale”, di fatto “legalizzando” la caccia al felino, come ad altri invasori quali la volpe e il coniglio, entrambe specie colpevoli di devastare l’ecosistema australiano. Per questo in Australia si è cominciato ad utilizzare le cosiddette trappole intelligenti, oltre ai Felixer, una particolare macchina automatizzata a energia solare che spruzza gel tossico (ma profumato) sui gatti di passaggio. Sono 200 i dispositivi di questo tipo posizionati in varie parti del Paese, anche se, come affermato ancora da John Read al New York Times: “Questo potrebbe non bastare”, soprattutto a causa della rapidità e dall’intelligenza di alcuni felini in grado di sfuggire a queste trappole.

I gatti in Australia, i numeri e le uccisioni

Un dato risalente al 2016, raccolto dall’Invasive Species Council, aveva appurato come fossero quasi 4 milioni i gatti domestici presenti in Australia, con altri 6 milioni di felini selvatici liberi di scorrazzare per il Paese. Ma sono i numeri delle uccisioni di questi animali a fare una certa impressione, il report ha evidenziato come i gatti uccidano ogni anno 1,8 miliardi di invertebrati, oltre il miliardo di mammiferi, circa 400 milioni di uccelli e 600 milioni di rettili. Numeri che hanno portato gli australiani a procedere a omicidi di massa nei confronti dei felini, un atto tuttavia ritenuto comunque ingiustificato da alcuni esponenti della comunità scientifica, che ritengono come l’eliminazione su larga scala dei felini non ridurrebbe significativamente le probabilità di estinzione delle specie minacciate.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese.

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