Mercoledì scorso Greg Gianforte, governatore del Montana, ha firmato una legge, che dovrebbe entrare in vigore a gennaio dell’anno prossimo, che bandisce il social TikTok dallo Stato, a causa della presunta attività di raccolta dati di cui è accusata la società cinese che controlla l’app, ByteDance.
TikTok è ormai uno dei social media più popolari ed è anche l’unica piattaforma in Occidente che appartiene ad un’azienda cinese. Ultimamente molti governi si erano detti preoccupati per la raccolta di dati dell’app, perché potrebbero essere usati per spiare gli utenti e intromettersi negli affari interni di altri paesi. Infatti, governi tra cui Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Australia, avevano vietato ai propri dipendenti di usare TikTok sui dispositivi usati per lavoro. L’azienda ByteDance ha detto di non essere stata minimamente avvertita né consultata prima di queste decisioni. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha detto che spera che il fatto che il governo abbia compiuto questo passo porti molti canadesi, che si tratti di aziende o di privati, a riflettere sulla sicurezza dei propri dati e a fare le proprie scelte.
Dei ricercatori australiani hanno analizzato la politica dati del social e hanno detto che raccoglie dettagli come la posizione, il dispositivo su cui viene utilizzato e quali altre app sono presenti sul dispositivo. Ma sia i ricercatori del gruppo canadese Citizen Lab che quelli del Georgia Institute of Technology, che hanno avuto accesso agli stessi dati, hanno concluso che TikTok si comporta esattamente come gran parte dei suoi rivali nel settore dei social network.
TikTok ha sostenuto più volte di essere totalmente indipendente dal governo cinese e ha lavorato per mesi insieme al Comitato sugli investimenti esteri degli Stati Uniti a un piano da 1,5 miliardi di dollari, noto come Project Texas (avviato dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump aveva provato a vietare TikTok nel 2020), per mettere a punto alcuni sistemi di salvaguardia della privacy e rassicurare il governo statunitense della propria indipendenza dalla Cina.
La decisione del Montana vieta anche ai fornitori di app come Google e Apple di rendere disponibile TikTok nei propri negozi online, pena multe fino a 10 mila euro. Per gli utilizzatori non sono previste multe e non è stato spiegato come la legge verrà applicata per quel che riguarda le app scaricate prima del primo gennaio 2024.
Le dispute che nasceranno potrebbero essere legate al Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce la libertà di espressione. Si considera probabile un ricorso in appello da parte dell’azienda cinese ByteDance.
A marzo l’amministrazione Biden aveva chiesto a ByteDance di vendere le proprie quote dell’azienda, minacciando di vietarne l’uso a livello internazionale. I membri del Congresso avevano interrogato in udienza l’amministratore delegato Shou Chew, che non era riuscito a convincere senatori e deputato dell’indipendenza dell’azienda dal governo cinese. Gianforte ha affermato che il Montana sta facendo scelte molto decise per proteggere i dati privati e le informazioni sensibili dei propri cittadini. La portavoce di TikTok per l’America, Brooke Oberwetter, ha risposto che la legge viola il Primo emendamento e che i cittadini del Montana potranno continuare ad utilizzare l’app. Alcune associazioni di avvocati hanno espresso dubbi sulla costituzionalità della legge approvata dal Montana.
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