Questa volta, il presidente non sarà eletto direttamente dai cittadini, come avveniva nelle elezioni precedenti, ma da un collegio elettorale
Oggi, sabato 14 dicembre, la Georgia si prepara a entrare in una nuova fase politica con l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica. Tuttavia, questo evento segna anche l’inizio di una potenziale crisi istituzionale, simile a quella che ha seguito le recenti elezioni legislative tenutesi lo scorso ottobre. Questa volta, il presidente non sarà eletto direttamente dai cittadini, come avveniva nelle elezioni precedenti, ma da un collegio elettorale. Questa modifica è stata introdotta da una riforma costituzionale voluta nel 2017 dal partito Sogno Georgiano, che ha governato il paese dal 2012.
Sogno Georgiano, un partito che ha mostrato inclinazioni filorusse, ha sempre più limitato lo spazio di manovra dell’opposizione e ha represso il dissenso politico. L’unico candidato a questa elezione presidenziale è l’ex calciatore Mikheil Kavelashvili, sostenuto dal partito di governo. L’opposizione, però, ha già annunciato il suo boicottaggio del voto, in quanto non riconosce la legittimità del parlamento, accusato di irregolarità durante le ultime elezioni legislative. Questa situazione ha portato a un clima di tensione e proteste che ha investito il paese negli ultimi tempi.
Le manifestazioni in Georgia sono iniziate circa tre settimane fa, in risposta alla vittoria di Sogno Georgiano alle elezioni legislative, ma si sono ampliate a seguito della controversa decisione del governo di rinviare al 2028 l’inizio dei colloqui per l’adesione all’Unione Europea, un tema particolarmente caro alla popolazione georgiana. Gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono stati frequenti, con centinaia di arresti e segnalazioni di torture subite da parte di alcuni detenuti. Inoltre, la polizia ha effettuato perquisizioni nei locali dei partiti di opposizione e ha aggredito attivisti e giornalisti che si trovavano nelle vicinanze delle manifestazioni.
La presidente uscente, Salomé Zourabichvili, l’ultima ad essere stata eletta direttamente nel 2018, ha espresso il suo sostegno ai manifestanti, affermando che non lascerà il suo incarico fino a quando non saranno indette nuove elezioni, poiché anche lei considera illegittimo il nuovo parlamento. Sogno Georgiano ha intimato a Zourabichvili di lasciare il palazzo presidenziale entro il 29 dicembre, data in cui teoricamente dovrebbe concludersi il suo mandato.
Il collegio elettorale che eleggerà il nuovo presidente è composto da 300 membri, 150 dei quali sono parlamentari, di cui Sogno Georgiano detiene 88 seggi. I restanti membri sono delegati regionali. Tuttavia, non parteciperanno rappresentanti dei partiti di opposizione, che si erano presentati in coalizione alle ultime elezioni. Il voto è iniziato alle 9 del mattino di sabato 14 dicembre (le 6 italiane) e i risultati sono attesi entro la giornata. Fuori dal parlamento, si prevede che le proteste continuino, con possibili nuovi scontri.
Le tensioni tra Sogno Georgiano e Zourabichvili si sono intensificate, con accuse reciproche di violazione della Costituzione.
La presidente ha affermato che il governo ha convocato la prima seduta del parlamento senza rispettare le procedure previste, mentre il governo sostiene che la presidente non ha il potere di rifiutare la convocazione. In interviste a media stranieri, Zourabichvili ha denunciato le elezioni come un “furto” della volontà popolare, accusando il governo di adottare pratiche ispirate dalla Russia.
L’opposizione ha reiterato la sua richiesta di nuove elezioni, sostenendo che il parlamento attuale non ha alcuna autorità per eleggere il presidente. Hanno dichiarato che Salomé Zourabichvili rimane la legittima presidente della Georgia, sottolineando il suo ruolo di garante delle aspirazioni europee del paese. Le manifestazioni programmate hanno l’obiettivo di difendere la presidente e il suo operato.
Mikheil Kavelashvili, candidato presidenziale sostenuto da Sogno Georgiano, è associato a un partito di estrema destra, Potere al Popolo, che è considerato un alleato strategico del partito di governo. Nonostante apparenti divisioni, i due partiti operano in modo coordinato, e la recente elezione di un esponente di Potere al Popolo a vicepresidente del parlamento sembra confermare questa alleanza. Kavelashvili è anche noto per il suo ruolo nella controversa legge sugli agenti stranieri, che ha suscitato preoccupazioni per la libertà di stampa e l’indipendenza delle organizzazioni non governative.
Con la sostituzione di Zourabichvili con un candidato interno all’attuale sistema di potere, Sogno Georgiano potrebbe eliminare un importante contrappeso istituzionale all’opposizione. Questa situazione rappresenta un rischio per la democrazia in Georgia e per le aspirazioni europee del paese, rendendo cruciale la contestazione della legittimità di questo processo elettorale. Gli sviluppi futuri saranno attentamente monitorati sia a livello nazionale che internazionale, mentre la Georgia si avvia verso un’ulteriore fase di incertezze politiche e sociali.
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