La Finlandia è il Paese più felice al mondo: scopri come natura, fiducia, istruzione e parità di genere fanno la differenza
Per il settimo anno consecutivo, la Finlandia si conferma il Paese più felice al mondo, secondo il World Happiness Report redatto dalle Nazioni Unite. Questa classifica, che valuta fattori come benessere, fiducia e qualità della vita, mette ancora una volta in evidenza l’eccellenza finlandese.
L’ambasciatore finlandese in Italia, Matti Lassila, spiega come la natura giochi un ruolo cruciale nel benessere dei cittadini: “L’80% del territorio della Finlandia è coperto da foreste, e anche nelle città i parchi pubblici sono facilmente accessibili. Ogni finlandese ha un’area verde a non più di dieci minuti da casa”. Con una popolazione di soli 5,5 milioni di abitanti, il rapporto con la natura è profondamente radicato nella cultura finlandese, contribuendo significativamente alla qualità della vita.
Un altro elemento chiave del successo della Finlandia è l’alto livello di fiducia nella politica e nelle istituzioni. Lassila sottolinea: “In Finlandia, il Presidente e i politici sono facilmente accessibili. Non esiste violenza politica né corruzione, e le priorità del governo sono la trasparenza, la tutela dei diritti umani e lo Stato di diritto“.
La fiducia nelle istituzioni è evidente anche nei numeri: il 90% dei cittadini si fida della polizia, un dato che riflette un sistema ben equilibrato, basato su pesi e contrappesi. Neppure il conflitto in Ucraina ha alterato il livello di felicità del Paese, dimostrando la resilienza della società finlandese.
L’istruzione è uno dei punti di forza della Finlandia. La diplomatica Viivi Kuvaja, secondo segretario dell’ambasciata, evidenzia come l’educazione gratuita sia garantita a tutti, dalle scuole elementari fino all’università. Questo sistema inclusivo permette anche ai giovani provenienti da famiglie svantaggiate di costruire una carriera, contribuendo a una società meritocratica e non basata su classi sociali rigide.
La centralità dell’educazione è rafforzata da una cultura che valorizza il tempo per sé stessi e il bilanciamento tra lavoro e vita privata, elementi che aumentano il benessere generale e la produttività.
La parità di genere è un altro aspetto che distingue la Finlandia. Già nel 1906, fu il primo Paese al mondo a garantire il diritto di voto attivo e passivo alle donne. Nel 1907, 19 donne furono elette al Parlamento su 200 seggi. Oggi, le donne rappresentano il 46% dei parlamentari e ricoprono 10 dei 19 posti di ministro.
Anche nel mondo del lavoro, la Finlandia si distingue: il 49% dei lavoratori è composto da donne, e i padri trascorrono più tempo con i figli rispetto a qualsiasi altro Paese. “Avere un figlio non è un ostacolo alla carriera”, afferma Kuvaja, sottolineando l’importanza degli asili nido, dove sono presenti pedagoghi qualificati fin dai primi anni di vita dei bambini.
La Finlandia è famosa anche per il suo sistema di welfare. Ogni madre in attesa riceve una speciale cassapanca regalo dallo Stato, contenente tutto il necessario per il neonato: un materassino che la trasforma in una culla, abbigliamento per tutte le stagioni, prodotti per la pulizia e persino un pacco di assorbenti per la mamma. Questo gesto simbolico riflette l’impegno della Finlandia nel garantire un supporto concreto alle famiglie.
La Finlandia pone grande attenzione all’equilibrio tra lavoro e vita privata. Orari di lavoro flessibili, ferie garantite e un approccio orientato al benessere del dipendente sono alla base di un sistema produttivo che privilegia la qualità rispetto alla quantità. “Un lavoro da riposati è un lavoro più felice ed efficiente”, ricorda Lassila.
Anche la disoccupazione, pur attestandosi all’8%, non genera disperazione tra i giovani. Il sistema educativo gratuito e il welfare inclusivo permettono di creare opportunità per tutti, favorendo una società orientata al merito.
Nonostante il clima rigido e le lunghe notti artiche, la Finlandia ha compiuto passi avanti significativi nel miglioramento del benessere mentale. Quaranta anni fa, il tasso di suicidi era molto elevato, ma oggi è in linea con la media dell’Unione Europea. “Questo risultato è frutto di politiche mirate e di un’attenzione crescente alla salute mentale”, spiega Lassila.
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