Le esercitazioni di Pechino intorno all’isola testimoniano la crescente tensioni tra i paesi dopo le dichiarazioni del presidente di Taipei Lai Ching-te
Le tensioni tra Cina e Taiwan continuano ad intensificarsi, come dimostrato dalle nuove esercitazioni militari cinesi attorno all’isola di Taiwan. A ottobre 2024, pochi giorni dopo il discorso del presidente taiwanese Lai Ching-te in occasione della festa nazionale, Pechino ha lanciato una serie di manovre militari su larga scala. Queste esercitazioni, denominate “Spada congiunta 2024-B”, rappresentano la seconda parte delle manovre già svolte a maggio dello stesso anno e si inseriscono in un quadro di crescente rivalità tra la Cina e l’isola.
Le esercitazioni di ottobre, come quelle precedenti, si concentrano su operazioni volte a simulare un possibile accerchiamento dell’isola. L’obiettivo di Pechino è chiaro: dimostrare la propria capacità di controllare le rotte marittime strategiche attorno a Taiwan, testando contemporaneamente la propria prontezza operativa per un eventuale blocco militare. Il messaggio, come affermato dal portavoce del Comando orientale dell’esercito cinese, il capitano Li Xi, è diretto e senza ambiguità: “È un severo avvertimento alle forze indipendentiste di Taiwan. Si tratta di un’operazione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità dello Stato e l’unità nazionale”.
Le manovre coinvolgono tutte le branche dell’esercito cinese – marina, aeronautica, esercito terrestre e forza missilistica – e si svolgono in diverse zone intorno a Taiwan, con esercitazioni su larga scala che includono «pattuglie pronte al combattimento, blocco di porti e aree chiave, assalto a obiettivi marittimi e terrestri e conquista della superiorità globale», come dichiarato dal portavoce cinese. La Cina ha pubblicato una mappa dettagliata delle nove aree in cui si stanno svolgendo le esercitazioni, evidenziando una distribuzione strategica a nord, sud ed est dell’isola, con particolare attenzione anche alle isole periferiche controllate da Taipei.
L’utilizzo della guardia costiera nelle operazioni appare particolarmente significativo. Già a maggio 2024, la Cina aveva coinvolto la propria guardia costiera nelle esercitazioni militari, ma l’inclusione di questa forza nelle attuali manovre è notevolmente più estesa, con flotte inviate a condurre ispezioni nelle acque intorno a Taiwan. Questo segnale aumenta ulteriormente la pressione su Taipei, che ha reagito condannando fermamente il comportamento cinese. Le autorità taiwanesi hanno descritto l’atteggiamento di Pechino come “irrazionale e provocatorio”, sottolineando la determinazione dell’isola a proteggere la propria sovranità. Il governo di Taipei ha anche annunciato di aver “schierato le forze adeguate a rispondere in modo appropriato per proteggere la libertà e la democrazia”.
Il presidente Lai Ching-te, in un discorso precedente l’inizio delle manovre, aveva cercato di mantenere un tono moderato e conciliante, pur ribadendo la fermezza di Taiwan: “La Cina non ha il diritto di rappresentare Taiwan, ma siamo disposti a lavorare insieme a Pechino per combattere le sfide globali. La determinazione di Taiwan a difendere la propria sovranità rimane immutata, così come il suo impegno a cercare un dialogo paritario e dignitoso con la Cina”. Nonostante il tono moderato del discorso di Lai, Pechino ha immediatamente condannato le sue dichiarazioni, accusandolo di alimentare le tensioni con «intenzioni sinistre». Per Pechino, il tentativo di Taiwan di mantenere una posizione autonoma è considerato una minaccia alla sua visione di unità nazionale.
Queste esercitazioni rappresentano solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di provocazioni e contro-reazioni che riflettono il deterioramento delle relazioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. Le esercitazioni di maggio 2024, denominate “Spada congiunta 2024-A”, avevano già allarmato Taipei, poiché gli analisti avevano interpretato le manovre come una simulazione di blocco marittimo dell’isola, con l’obiettivo di tagliare fuori Taiwan dai suoi canali di approvvigionamento e di impedire il sostegno militare degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, come in passato, hanno espresso la propria preoccupazione per le provocazioni cinesi, con il Dipartimento di Stato americano che ha descritto le esercitazioni come “ingiustificate” e potenzialmente pericolose. “La risposta con provocazioni militari a un consueto discorso annuale è ingiustificata e comporta un rischio di escalation”, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, invitando Pechino a “evitare ulteriori azioni che possano minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”. Nel frattempo, il presidente Lai ha convocato una “riunione di sicurezza di alto livello” per monitorare la situazione, mentre il Ministero della Difesa di Taiwan ha innalzato il livello di allerta, soprattutto nelle isole periferiche. Taiwan non desidera un’escalation, ma rimane vigile di fronte ai movimenti della forza missilistica cinese e delle forze navali che pattugliano le aree circostanti.
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