Sono scese in strada, a volto scoperto, per rivendicare i loro diritti e gridare al mondo che non sono disposte a perdere la loro voce. Le coraggiose donne di Kabul scese per protestare contro i Talebani sono poche, ma la forza del loro coraggio ha travalicato i confini dell’Afghanistan, diventando un simbolo di strenua resistenza. In mano stringono dei cartelli, tendendoli sopra la testa, e con voce ferma ripetono “Le donne afghane esistono“. O ancora “Non fateci sparire“, “Sostenete la nostra voce“. Lo ripetono come un mantra, una formula, che potrà forse salvarle dal rischio di un destino di repressione.
Da quando i Talebani hanno fatto il loro ingresso a Kabul, hanno promesso tolleranza e maggiore libertà alle donne. Uno dei portavoce talebani, Suhail Shaheen, ha dichiarato che le donne afghane potranno accedere all’istruzione, compresa l’università. Secondo le prime dichiarazioni, non saranno obbligate a indossare il burqa, ma l’hijab. Tante promesse, ma nessuno ci crede; e le donne si sono già dileguate, al riparo nelle proprie case, in cerca di un burqa da indossare.
Ma perché i toni moderati dei Talebani non convincono? Anche venticinque anni fa, quando presero il potere per la prima volta, promisero di rispettare le donne. La storia la conosciamo tutti. La vita delle donne sotto il regime talebano cambiò radicalmente. Ridotte al silenzio, invisibili, le donne afghane furono improvvisamente private dei loro diritti fondamentali, come l’istruzione, la salute, la libertà di espressione e movimento. Oggi, le donne di Kabul temono che la storia possa ripetersi e che sia solo questione di tempo prima di perdere le libertà riacquisite negli ultimi vent’anni.
Mentre promette un’amnistia per tutti gli ex funzionari governativi, invitandoli a tornare al lavoro, il nuovo regime invita le donne a far parte del nuovo governo. Ma a una condizione: “nel rispetto della Sharia“. Ed è proprio questa la frase che insospettisce e fa tremare le donne afghane. E’ forse cambiata la Sharia? I diritti delle donne verranno rispettati “nel quadro della sharia, e potranno avere ruolo nell’istruzione e nella sanità“, ribadiscono i Talebani. “Così come rimarranno liberi e indipendenti i media”, purché “rispettino i valori dell’Islam e l’unità del Paese“. Ma a chi ha chiesto se le donne potranno lavorare come giornaliste il portavoce ha risposto: “Aspettiamo il nuovo governo e le nuove leggi“.
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