Attimi di tensione ieri per i sette astronauti che ‘abitano’ l’Iss, la Stazione Spaziale Internazionale. Circa tre ore dopo l’attracco del modulo russo Nauka, intorno alle 18.34 (ora italiana), i motori del modulo si sono accessi in modo incontrollato mettendo in rotazione l’intera stazione orbitale.
Per contrastare la spinta sono stati attivati i propulsori di un altro modulo russo, Zvezda, e della navetta cargo Progress. La Stazione Spaziale ha dapprima raggiunto un’inclinazione di 45 gradi, ma la situazione è poi gradualmente tornata sotto controllo.
Non ci sono stati danni ai sette astronauti a bordo né all’Iss. Ora, però, si dovrà ora indagare sulle cause che hanno determinato il malfunzionamento. L’ipotesi più probabile è che a dare il via all’accensione sia stato un mancato aggiornamento del software del Nauka, il quale riteneva erroneamente di essere ancora in volo e non già attraccato.
Bernardo Patti, ex responsabile Iss per l’Agenzia Spaziale Europea, oggi responsabile del Programma di esplorazione dell’Esa, ha commentato così l’accaduto: “È stato certamente un incidente inaspettato ma non possiamo definirlo grave, piuttosto indesiderabile”, ha detto all’Ansa.
“In nessun momento – ha precisato – c’è stato un reale pericolo di vita per l’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale. Il modulo aveva registrato diverse anomalie sin dall’inizio e ora l’Agenzia Spaziale russa farà una sua indagine per appurare i dettagli delle cause”.
Poco dopo il lancio del modulo, il 21 luglio dalla base di Baikonur, in Kazakistan, il modulo Nauka aveva fatto stare tutti con il fiato sospeso per la mancata accensione dei suoi propulsori principali. Ma i tecnici da terra erano comunque riusciti a far attivare i motori ausiliari per far arrivare il modulo alla giusta quota e a procedere con le manovre di avvicinamento all’Iss.
Manovre concluse ieri alle 15.29 ora italiana. Dopo circa tre ore però i motori della Nauka si sono improvvisamente riaccesi, causando l’improvvisa rotazione della stazione orbitale. “Alcune delle valvole per il controllo del propellente non si erano chiuse”, ha aggiunto Patti.
“È normale che in 23 anni sia avvenuto di tanto in tanto qualche incidente. Ne abbiamo avuti anche di più gravi – ha concluso –. Reputo che sia importante vedere il bicchiere mezzo pieno, tutti gli incidenti sono sempre stati gestiti al meglio anche se ovviamente ne faremmo volentieri a meno”.
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