Alon Bar, ambasciatore di Israele in Italia, ha dichiarato: “Questa è una mattinata triste, maggiore da quando è avvenuto il barbarico attacco ai civili israeliani vicino Gaza. Qualcosa che non avevamo mai visto, forse solo l’Isis. Questo prova che Hamas non può far parte di qualsiasi accordo di pace. L’eliminazione di Hamas da Gaza è uno dei termini per ogni possibile soluzione di convivenza tra palestinesi e israeliani. I palestinesi continueranno ad essere i nostri vicini e noi dobbiamo trovare una via di dialogo con loro ma non fino a quando Hamas continuerà ad uccidere gli israeliani. Non abbiamo siamo in guerra con Gaza, non siamo in guerra con i palestinesi, siamo in guerra con Hamas“.
Mohamed Agl, volontario in una clinica medica a Gaza testimonia la situazione drammatica a Gaza: “Situazione molto difficile. La strategia dei nostri partigiani è cambiata, cade il fatto che Israele sia il più forte tra i paesi arabi. Sono morti 570 israeliani e 320 palestinesi a Gaza. Gli israeliani hanno distrutto centinaia di case, adesso l’acqua non c’è. Per la prima volta è stato abbattuto il muro (di confine ndr), siamo contenti, questo significa che il nostro sogno di tornare al nostro paese è più vicino. Vogliamo solo vivere bene. Tutti i palestinesi sono contentissimi di quello che è avvenuto ieri. Siamo da 75 anni sotto l’occupazione israeliana, moriamo 100 volte al giorno. Vogliamo la libertà. Ieri i vecchi volevano piangere, il loro sogno non è morto. Torniamo alle nostre case e alla nostra terra. Invasione da terra? Non credo. A Gaza c’è tanta gente, dove può andare? Ci dicono: dovete lasciare Gaza ma dove andiamo? E’ un carcere. Rimarrò con i miei figli e andrò al lavoro per aiutare la gente“, ha spiegato.
Gianni Letta ai margini del premio Manlio Scopigno: “Momenti di dolore e preoccupazione per quanto sta succedendo. Vi sono interrogativi sulla convivenza in un area vicina a noi dopo quanto accaduto e sta accadendo in Ucraina. Il mondo va in fiamme, occorre impegnarsi nei valori che possono facilitare la pace. E lo sport è uno di questo perché manda un messaggio di pace. Si può competere, ma con lealtà come ha insegnato Scopigno che ha sposato la cultura oltre lo sport facendone una figura carismatica. Dobbiamo continuare a credere nella via diplomatica Tajani andrà al Cairo per una mediazione. Occorre confronto, dialogo per una soluzione di pace. Mai rinunciare alla diplomazia, unica via per mettere a tacere le armi“.
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