Dopo undici giorni dall’inizio delle ostilità, Israele e Hamas hanno dichiarato un cessate il fuoco “reciproco e simultaneo”. La tregua è in vigore già dalle prime ore di oggi, venerdì 21 maggio. Le pressioni internazionali, sempre più forti, hanno spinto entrambe le parti a interrompere il conflitto. Il merito è in buona parte del lavoro di mediazione condotto dall’Egitto e da Tom Wennesland, l’inviato dell’Onu in Qatar, negli ultimi giorni. Nel sud di Israele la vita sta gradualmente tornando alla normalità. Le autorità militari si apprestano a revocare le misure di emergenza imposte alla popolazione.
Per Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti, il cessate il fuoco rappresenta “una vera opportunità” per fare progressi dopo il conflitto tra Israele e Hamas. Il dipartimento di Stato Usa ha annunciato che nei prossimi giorni Antony Blinken, il segretario di Stato americano, si recherà in Medioriente per incontrare le sue controparti “israeliane, palestinesi e regionali”. Gli incontri serviranno a “lavorare insieme per costruire un futuro migliore per israeliani e palestinesi“. Il segretario dell’Onu Antonio Guterres si è congratulato con Israele e Hamas per la decisione e ha chiesto a “entrambe le parti di osservare la tregua”.
Anche il governo britannico ha accolto positivamente l’accordo di cessate il fuoco ed ha invitato tutte le parti a renderlo “durevole”. “Tutte le parti devono lavorare per rendere il cessate il fuoco sostenibile e porre fine all’inaccettabile ciclo di violenza e perdita di vite umane“. È ciò che ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Dominic Raab, aggiungendo che il governo britannico sostiene “gli sforzi per raggiungere la pace“.
In seguito all’entrata in vigore del cessate il fuoco, Hamas ha rivendicato la “vittoria” del conflitto, come ha dichiarato Khalil al-Hayya, numero due dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza, durante un discorso davanti a migliaia di persone. L’alto responsabile del movimento ha inoltre promesso di ricostruire le case distrutte dagli attacchi israeliani.
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