Si sono riaccese le ostilità tra Hamas e Israele. L’organizzazione palestinese ha fatto piovere 5000 razzi dalla Striscia di Gaza, causando almeno 40 morti e circa 800 feriti. È quanto hanno riferito i servizi d’emergenza israeliani. Hamas ha rivendicato l’attacco e il suo comandante militare Mohammad Deif ha parlato del “giorno della grande rivoluzione” e dell’inizio di una “operazione militare” contro Israele. Quest’ultima si chiama “Alluvione al-Aqsa” e ha l’obiettivo di porre fine alle “violazioni” israeliane. Il movimento palestinese ha “colpito obiettivi del nemico, aeroporti e postazioni militari”, ha riferito Deif tramite una breve dichiarazione registrata.
E mentre Hamas parla di un’operazione militare, Israele vede quanto avvenuto come l’inizio di un conflitto vero e proprio. “Cittadini di Israele, siamo in guerra. Non è un’operazione, non è un’escalation: è guerra”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Stamani Hamas ha commesso un grave errore e iniziato una guerra contro lo Stato di Israele” ha rimarcato il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, parlando con il Times of Israel. “I soldati delle Idf stanno combattendo contro il nemico in tutti i punti in cui si è infiltrato – ha aggiunto – Lo Stato di Israele vincerà questa guerra”. Come reso noto da un portavoce del ministero della Difesa israeliano, Gallant ha approvato il richiamo dei riservisti.
Al momento il bilancio è di almeno 40 morti e circa 800 feriti, 80 dei quali ricoverati presso il Soroka Medical Center di Be’er Sheva. L’Assaf Harofeh Medical Center, nei dintorni di Tel Aviv, sta fornendo assistenza a 17 pazienti, due dei quali in gravi condizioni. Altre 21 persone, due delle quali gravi, sono in cura al Kaplan Medical Center di Rehovot.
Dopo aver annunciato l’inizio dell’operazione militare, Deif ha invitato alla rivolta generale contro Israele. “Se avete un’arma, tiratela fuori. Questo è il momento di usarla. Tirate fuori camion, auto, asce, oggi inizia la storia migliore e più onorevole”, ha aggiunto. Ha poi invitato a “liberare al-Aqsa” e ha affermato che l’attacco a Israele rappresenta una risposta agli attacchi alle donne, alla profanazione della moschea di al-Aqsa e all’assedio di Gaza.
A sua volta, Ismail Haniye, il leader di Hamas, ha parlato di una “battaglia per la dignità” di fronte ai “crimini di Israele”. Come riportato da Al Jazeera, il politico palestinese ha affermato che l’operazione “Alluvione al-Aqsa” è rivolta contro “un nemico che assedia Gaza, unito all’aggressione e al colonialismo che va avanti in Cisgiordania e che mira a sradicare il nostro popolo e allontanarlo dalla sua terra”. L’attacco rappresenterebbe quindi la risposta di Hamas ai “crimini dell’occupazione contro il nostro popolo dal 1948”. Haniye ha puntato il dito contro Israele, accusandolo di aver rinnegato gli accordi sui prigionieri e arrestato di nuovo chi era stato liberato “nell’ambito di processi di scambio”.
“Stiamo combattendo una battaglia per l’onore, la resistenza e la dignità e per difendere al-Aqsa sotto il nome annunciato dal nostro comandante in campo: un’alluvione iniziata a Gaza che si estenderà alla Cisgiordania e oltre, dove il nostro popolo e la nostra nazione sono presenti”, ha concluso il leader.
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