Il parlamento israeliano ha approvato una legge che vieta ogni attività dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi sul suo territorio
Con una votazione schiacciante, il parlamento israeliano ha approvato una legge che vieta ogni attività dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, sul suo territorio. Con 92 voti favorevoli e solo 10 contrari, la Knesset ha deciso di porre fine a tutte le operazioni dell’agenzia ONU, accusata di essere in parte infiltrata da elementi legati a Hamas, un gruppo che Israele considera una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Questa decisione ha scatenato un’ondata di reazioni internazionali, tra cui quelle di Stati Uniti, Unione Europea e alti funzionari delle Nazioni Unite, tutti contrari al provvedimento.
Le accuse di Israele contro l’Unrwa non sono nuove. Il governo israeliano afferma da tempo che alcuni membri del personale dell’agenzia siano coinvolti in attività pro-Hamas, aggravando così la minaccia per Israele. Durante il dibattito parlamentare, il deputato del Likud Yuli Edelstein ha dichiarato: “C’è un profondo legame tra Hamas e l’Unrwa e Israele non può tollerarlo. Non c’è posto per i nemici nel cuore della capitale del popolo ebraico”. Tra gli esempi citati, figura un autista dell’Unrwa recentemente ucciso in un attacco dell’IDF, accusato di essere un comandante di Hamas.
Nonostante Israele abbia fornito una lista di circa 100 dipendenti dell’agenzia sospettati di connivenza con Hamas, l’Unrwa ha respinto le accuse, chiedendo che siano forniti ulteriori dati per verificare eventuali azioni disciplinari. Philippe Lazzarini, commissario generale dell’agenzia, ha fatto appello a Israele affinché fornisca dettagli completi per supportare queste gravi affermazioni, ma fino ad ora senza successo.
L’Unrwa ha duramente criticato la scelta israeliana, definendola un atto scandaloso. Juliette Touma, portavoce dell’agenzia, ha commentato: “È scandaloso che un Paese membro delle Nazioni Unite cerchi di smantellare un’agenzia dell’Onu che è il più importante fornitore di operazioni umanitarie a Gaza”. L’Unrwa, infatti, svolge un ruolo cruciale nelle regioni di conflitto come la Striscia di Gaza, fornendo assistenza sanitaria, educativa e alimentare ai rifugiati palestinesi in situazioni estremamente difficili.
Anche António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha manifestato una forte preoccupazione per le possibili conseguenze della nuova legge, evidenziando che la sospensione delle operazioni dell’Unrwa avrà “conseguenze devastanti per i rifugiati palestinesi”. Ha inoltre ricordato che Israele ha precisi obblighi internazionali da rispettare: “Non c’è alternativa all’Unrwa”, ha ribadito, sollecitando Israele a garantire l’assistenza umanitaria secondo quanto stabilito dalla Carta dell’ONU.
La scelta di Israele ha sollevato obiezioni anche da parte degli Stati Uniti, uno dei principali alleati di Israele. Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha espresso il disappunto di Washington, invitando Israele a riconsiderare la decisione. “L’Unrwa svolge un ruolo cruciale nella distribuzione di aiuti umanitari, e la sua esclusione limiterebbe notevolmente le possibilità di risposta alle crescenti necessità della popolazione palestinese”, ha dichiarato Miller.
Anche l’Unione Europea si è schierata contro la legge, ritenendola “in netta contraddizione con il diritto internazionale” e un’aggravante della crisi umanitaria già esistente. Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, ha dichiarato che la norma “viola gli obblighi internazionali di Israele” e rischia di compromettere seriamente gli sforzi per alleviare la sofferenza della popolazione palestinese, soprattutto nei territori più critici come la Striscia di Gaza.
Dall’Europa, anche il Regno Unito ha espresso preoccupazioni. David Lammy, ministro degli Esteri britannico, ha ricordato che un’indagine internazionale, condotta dall’ex ministra francese Catherine Colonna, ha smentito le accuse di collusione con Hamas rivolte ai dipendenti dell’Unrwa. “Le accuse contro il personale dell’Unrwa sono state oggetto di indagini approfondite e non giustificano la rottura dei legami con l’agenzia”, ha affermato Lammy.
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