Ad annunciarlo il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, che ha detto di aspettarsi sanzioni anche da parte degli alleati.
L’Iran dopo l’attacco a Israele ha confermato di voler attuare una risposta “potente e feroce” a qualsiasi atto di aggressione sul suo territorio. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha espresso questa posizione durante la parata annuale dell’esercito, mentre si intensificano le speculazioni riguardo ai tempi e alla portata di eventuali azioni di rappresaglia da parte di Israele.
La classica parata dell’esercito quest’anno ha vissuto dei cambiamenti abbastanza significativi, in primo luogo la trasmissione in diretta dell’evento non è stata effettuato dalla televisione di Stato, suggerendo una volontà di limitare la visibilità dell’evento. Inoltre la parata si è svolta in una caserma a nord della capitale anziché nella sede abituale, situata alla periferia meridionale della città. Questi cambiamenti potrebbero essere interpretati come misure di precauzione o riflessi delle tensioni crescenti nella regione.
Intanto gli Stati Uniti hanno annunciato l’imminente imposizione di nuove sanzioni contro l’Iran in risposta all’attacco di quest’ultimo contro Israele lo scorso fine settimana. Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha dichiarato che il presidente Biden sta coordinando una risposta globale con gli alleati, i partner e i leader bipartisan del Congresso. Le nuove sanzioni si concentreranno sul programma di missili e droni iraniani, nonché sulle entità che sostengono le Guardie Rivoluzionarie Islamiche e il Ministero della Difesa iraniano. Si prevede che anche gli alleati degli Stati Uniti seguiranno con ulteriori sanzioni.
Anche Israele ovviamente è al centro dell’attenzione, con la necessità di decidere se e come rispondere all’attacco dell’Iran. Mentre gli Stati Uniti cercano di evitare un’escalation nella regione, è stato chiarito a Israele che la decisione su una possibile risposta rimane nelle sue mani. Tuttavia, il Segretario di Stato Antony Blinken ha fatto pressioni affinché si eviti un’escalation, anche se ha sottolineato che Israele è un attore sovrano e ha il diritto di decidere autonomamente.
Il governo israeliano per ora sembra adottare un approccio di attesa, cercando di esercitare pressione sull’Iran e lasciandogli il peso dell’incertezza. Ciò è emerso dai colloqui del gabinetto di guerra israeliano, durante i quali è stato discusso se la risposta dovrebbe colpire direttamente il territorio iraniano o mirare a un partner della repubblica islamica. La determinazione di Israele a non permettere all’Iran di “uscire indenne” è evidente nelle parole del portavoce delle forze di difesa israeliane, Daniel Hagari.
In questo contesto teso, il ministro degli Esteri britannico David Cameron è atterrato in Israele per una visita ufficiale, che includerà un incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Nel frattempo, il Segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha fatto appello per una “de-escalation urgente” della situazione durante una telefonata con il ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdolahian. Guterres ha sottolineato la necessità di concentrarsi sul ripristino della pace nel Medio Oriente, mentre Amirabdolahian ha difeso l’attacco dell’Iran come una risposta legittima alle azioni precedenti di Israele in Siria.
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