Moo Deng, l’ippopotamo thailandese diventato virale su Internet, è più di un meme: è una specie in via di estinzione e necessita protezione
Moo Deng, l’adorabile cucciolo di ippopotamo pigmeo nato presso il Khao Kheow Open Zoo in Thailandia, è diventato una vera e propria celebrità del web a soli due mesi di vita. La sua fama, diffusa attraverso TikTok, Instagram e X, ha rapidamente conquistato milioni di persone in tutto il mondo, facendo di questo piccolo ippopotamo una delle creature più amate e seguite su Internet. La popolarità di Moo Deng, però, ha portato con sé sfide e opportunità, sia per lo zoo che per i suoi fan.
Il nome di Moo Deng, che in thailandese significa “maiale rimbalzante”, è stato scelto attraverso un sondaggio sui social media, una pratica che ha coinvolto migliaia di persone e che ha contribuito ulteriormente alla sua fama virale. Dal momento della sua nascita, a luglio 2024, Moo Deng è diventato il nuovo animale simbolo del web, inserendosi nella lunga tradizione di animali virali che, negli anni, hanno affascinato il pubblico globale.
Tra gli altri esempi noti ci sono animali come Maru, il famoso shiba inu che veniva ripreso da una webcam in diretta, o i lama che scapparono in Arizona, e perfino il celebre meme di Doge, che ha resistito alla prova del tempo. Mentre alcuni animali virali rimangono nell’immaginario collettivo, altri vedono la loro popolarità diminuire rapidamente. Per questo motivo, capitalizzare la viralità di questi fenomeni diventa una priorità.
La viralità online può essere una risorsa preziosa, ma sfruttarla al massimo richiede tempo e competenze. Proprio per evitare che terze parti traggano profitto dall’immagine di Moo Deng senza autorizzazione, lo zoo ha deciso di prendere provvedimenti. Il direttore dello zoo, Narongwit Chodchoi, ha recentemente dichiarato all’Associated Press che lo zoo ha avviato il processo per registrare Moo Deng come marchio commerciale. Questa decisione non solo proteggerà l’immagine dell’ippopotamo dalle speculazioni commerciali non autorizzate, ma permetterà anche allo zoo di guadagnare attraverso la vendita di prodotti ufficiali, come tazze, magliette e altri gadget dedicati all’animale. I ricavi generati da queste vendite, ha spiegato Chodchoi, saranno utilizzati per migliorare le condizioni di vita degli animali presenti nello zoo, assicurando che Moo Deng contribuisca al benessere della sua stessa specie e degli altri ospiti del parco.
Il caso di Moo Deng riflette un fenomeno crescente nell’era digitale: quello dei fandom problematici. I fan di animali virali o celebrità non sempre rispettano i limiti, e questa attenzione incessante può diventare un problema.
Lo stesso staff del Khao Kheow Open Zoo si è trovato in difficoltà nel gestire l’enorme afflusso di visitatori desiderosi di vedere da vicino il cucciolo di ippopotamo. Il successo online di Moo Deng ha portato migliaia di persone a visitare lo zoo ogni giorno, creando una situazione difficile per i custodi, che hanno dovuto limitare il tempo di visita a soli cinque minuti nel fine settimana per evitare che l’animale si stressasse troppo.
Alcuni visitatori, addirittura, hanno lanciato conchiglie contro l’animale mentre cercava di rilassarsi, costringendo lo staff a prendere provvedimenti per proteggere il piccolo ippopotamo.
Il caso di Moo Deng solleva anche un altro tema centrale nella cultura digitale contemporanea: la monetizzazione della viralità. Mentre può sembrare crudele pensare agli animali in termini di guadagno, la realtà è che se i loro proprietari o gestori non sfruttano la loro fama, qualcun altro lo farà. Nel caso di Moo Deng, proteggere l’immagine dell’ippopotamo attraverso la registrazione del marchio potrebbe essere il modo migliore per evitare che terzi traggano profitto dalla sua popolarità. Come sottolinea la professoressa Kate Miltner, esperta di dati e società presso l’Università di Sheffield, il caso di Moo Deng è simile a quello di altre celebrità animali, come la celebre Grumpy Cat, la cui immagine è stata trasformata in un marchio di successo.
Il problema non è nuovo nel mondo digitale. Gli esempi di animali e fenomeni virali trasformati in marchi commerciali sono numerosi, e lo zoo di Cincinnati ha già registrato un altro ippopotamo come marchio in passato. La decisione dello zoo thailandese di fare lo stesso con Moo Deng dimostra una consapevolezza crescente su come la viralità possa essere un’arma a doppio taglio: se ben gestita, può portare benefici economici e supportare cause come la protezione degli animali, ma se lasciata incontrollata, rischia di essere sfruttata in modo indiscriminato da chiunque.
La fama di Moo Deng, tuttavia, porta con sé una grande responsabilità. Essere virale nel 2024 significa essere costantemente esposti, e questa esposizione può avere conseguenze negative. Non solo gli animali, ma anche le persone famose, come le pop star o i creator digitali, si trovano spesso a gestire fandom che possono diventare ossessivi e invadenti. Il mondo di Internet sembra essere sempre affamato di nuove star, che siano esseri umani o animali.
La protezione della loro immagine e del loro benessere diventa quindi una priorità. Nel caso di Moo Deng, la protezione va oltre l’aspetto economico: questo cucciolo fa parte di una specie in via di estinzione, e la sua popolarità potrebbe contribuire a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione.
Mentre Moo Deng continua a essere al centro dell’attenzione, è importante ricordare che non si tratta solo di un meme virale. A differenza di fenomeni come Boaty McBoatface, che riguardano oggetti inanimati, Moo Deng è un essere vivente che necessita di cure e attenzioni particolari. La sua fama dovrebbe essere sfruttata in modo responsabile, per garantire che possa vivere in condizioni adeguate e che la sua specie venga protetta.
In conclusione, il caso di Moo Deng ci offre un’importante riflessione su come il mondo digitale stia cambiando il nostro rapporto con gli animali e con i fenomeni virali. La possibilità di monetizzare la viralità è reale, ma deve essere gestita in modo etico e responsabile, soprattutto quando si ha a che fare con animali come Moo Deng, che hanno bisogno di protezione e cura. Lo zoo thailandese sembra aver capito questo principio, cercando di trovare un equilibrio tra la fama e il benessere dell’animale, e lavorando per garantire che la sua popolarità venga utilizzata per cause giuste e positive.
Moo Deng, con il suo nome scelto da internet, rappresenta molto più di una moda passeggera. È un simbolo di come il web possa rendere famosi esseri viventi in pochi giorni, ma anche di come sia fondamentale proteggere questi esseri dal pericolo della sovraesposizione e dello sfruttamento commerciale non etico.
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