Un servizio dell’emittente Ard ha rivelato la brutalità di alcune pratiche legate a questa festività, scatenando un’ondata di proteste e richieste di cambiamenti
L’isola di Borkum, situata nel Mare del Nord e parte della Germania, è diventata recentemente il centro di un acceso dibattito pubblico riguardante una tradizione controversa che ha sollevato indignazione in tutto il Paese. Il festival noto come ‘Klaasohm’, che si tiene il 5 dicembre, ha attirato l’attenzione dei media e delle autorità per le sue usanze violente nei confronti delle donne. Un servizio dell’emittente Ard ha rivelato la brutalità di alcune pratiche legate a questa festività, scatenando un’ondata di proteste e richieste di cambiamenti.
Nel servizio, una donna di Borkum ha condiviso la sua esperienza di attacchi aggressivi, denunciando che durante il festival le donne venivano afferrate dai ‘cacciatori’ e colpite sulle natiche con corni di mucca. Queste pratiche, che potrebbero sembrare innocue a una prima occhiata, si sono rivelate essere violente e degradanti, portando a una crescente preoccupazione per la sicurezza delle partecipanti al festival. La reazione del pubblico è stata forte e immediata, con molte persone che hanno iniziato a chiedere la fine di questa tradizione.
In seguito alle pesanti critiche ricevute, gli organizzatori del festival hanno annunciato la decisione di abolire completamente l’aspetto violento della tradizione. L’Associazione dei giovani di Borkum ha dichiarato: “Noi come comunità abbiamo chiaramente deciso di lasciarci alle spalle questo aspetto della tradizione e di continuare a concentrarci su ciò che definisce veramente il festival: la solidarietà degli isolani.” Questa presa di posizione è stata accolta positivamente dalla deputata dei Verdi, Meta Janssen-Kucz, che ha affermato che un chiaro “no” alla violenza contro le donne era atteso da tempo. Tuttavia, ha anche sottolineato che la tradizione della ‘Klaasohm’ potrà continuare, a patto che non si ricorra più alla violenza.
Nonostante gli sforzi per abolire la violenza, circa 200 donne hanno manifestato a Borkum in favore del mantenimento della tradizione, rivendicando il diritto di celebrare il festival come da consuetudine. Le manifestanti hanno sfilato per le strade dell’isola, suonando corni di mucca e intonando il coro “Klaasohm – Klaasohm – Klaasohm”.
Alcuni striscioni esibiti durante la protesta portavano messaggi chiari, come “Non permetteremo che la Klaasohmfest venga rovinata”. La polizia ha monitorato la situazione, confermando che si è trattato di una protesta pacifica, sebbene non fosse stata preannunciata.
Le polemiche non si sono fermate qui. La ministra degli Interni della Bassa Sassonia, Daniela Behrens, ha espresso il suo disappunto riguardo alla tradizione, dichiarando che non ci sono giustificazioni per la violenza contro le donne, neppure nel contesto di usanze e costumi locali. Ha sottolineato l’importanza di garantire che tutti i partecipanti al ‘Klaasohm’ possano festeggiare senza timore di aggressioni. Per questo motivo, la polizia ha promesso di intensificare la sorveglianza durante il festival.
In risposta alle preoccupazioni espresse, i servizi di emergenza saranno presenti in numero maggiore quest’anno rispetto al passato. Behrens ha anche evidenziato come molte donne coinvolte non si sentano a loro agio nell’esprimere il loro dissenso nei confronti delle usanze violente, rendendo complessa la questione. Gli organizzatori hanno confermato che la decisione di abolire la parte violenta del festival era “logica e attesa”, in un contesto di crescente sensibilità verso le tematiche di genere.
Le polemiche si sono amplificate anche sui social media, dove l’Associazione dei giovani di Borkum e il comune hanno ricevuto un gran numero di messaggi e email in seguito alla trasmissione del servizio di Ard. Alcuni cittadini hanno addirittura chiesto le dimissioni del sindaco, Jürgen Akkermann, mentre diversi turisti hanno annullato le loro prenotazioni per visitare l’isola, mostrando come le tradizioni locali possano influenzare non solo la vita quotidiana dei residenti, ma anche l’economia turistica di una regione.
La situazione sull’isola di Borkum mette in luce un conflitto più ampio che si sta verificando in molte società contemporanee, dove le tradizioni storiche e culturali si scontrano con le crescenti richieste di rispetto e uguaglianza di genere. Mentre la comunità di Borkum si trova a un bivio, il futuro del festival ‘Klaasohm’ potrebbe essere un indicatore di come le società affrontano le questioni di violenza e discriminazione, e di come si possano trovare nuovi modi per celebrare la cultura senza compromettere la dignità e la sicurezza di alcun individuo.
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