App di incontri usate per rintracciare e incastrare persone della comunità lgbt: è quanto emerge da un’inchiesta dell’emittente televisiva inglese Bbc. Sono molte le zone del mondo in cui l’omosessualità non è ancora accettata pubblicamente: una situazione che spinge molti a rivolgersi alle app di incontri per trovare potenziali partner, in modo da evitare di tenere in pubblico atteggiamenti potenzialmente pericolosi per la propria incolumità. Secondo l’indagine giornalistica però anche il mondo virtuale delle app sarebbe diventato una zona di rischio per i membri della comunità lgbt.
Nel 2022 sono 68 i Paesi – per la maggior parte situati nel Medio Oriente, in Africa e in Asia – in cui l’omosessualità è considerata un reato. Si tratta di circa un terzo dei Paesi del mondo. Di questi, in 11 Paesi è prevista la pena di morte per atti sessuali consensuali in privato tra persone dello stesso sesso: si tratta di Iran, Nigeria settentrionale, Arabia Saudita, Somalia, Yemen, Afghanistan, Brunei, Mauritania, Pakistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. In Egitto non c’è una legge che vieti espressamente l’omosessualità, tuttavia vi è una omofobia diffusa e radicata. Stando alle risultanze dell’indagine della Bbc, altri capi di imputazione vengono utilizzati per colpire la comunità lgbt. L’omosessualità quindi è condannata de facto, pur in assenza di leggi specifiche. Una situazione simile si ha anche in Afghanistan e Iraq, portando il totale dei Paesi in cui le persone omosessuali vengono perseguitate a 71.
Tra le accuse utilizzate per colpire la comunità lgbt in Egitto vi è quella di immoralità. A quanto emerge dall’indagine della Bbc, vi sono funzionari di polizia che creano falsi profili sulle app per incontri e iniziano conversazioni con altri utenti volte ad appurare le preferenze sessuali e la storia personale dell’ignara vittima. Infine propongono di fissare un appuntamento di persona. Incontri che, in alcuni casi, finiscono con l’arresto del malcapitato, accusato appunto di immoralità. In altri casi, emerge dalle trascrizioni delle conversazioni online riportate negli atti, i funzionari di polizia sembrano cercare di indurre il malcapitato ad accettare o offrire denaro per una prestazione sessuale. Un’eventualità che renderebbe possibile all’accusa portare il caso in tribunale.
In aggiunta, i membri della comunità lgbt egiziana sono vittima di gang omofobe e aggressioni in pubblico. Seguendo lo stesso metodo, queste persone riescono a individuare le proprie vittime nel mondo virtuale attraverso le app di incontri, per poi localizzarle nel mondo reale e sottoporle ad aggressioni e abusi, anche sotto minaccia.
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