Tra una cauzione da 40 mila euro e il braccialetto elettronico, ecco le specifiche della decisione del tribunale di Budapest. Tajani: “Richiesta di domiciliari in Italia compito degli avvocati”
Il ricorso presentato dai legali di Ilaria Salis contro la decisione del giudice Jozsef Sós che, nell’udienza del 28 marzo, le aveva negato i domiciliari sia in Italia che in Ungheria, è stato accolto. Così la 39enne attivista milanese, candidata con Avs alle prossime Europee, potrà lasciare il carcere a Budapest, dove si trova da oltre 15 mesi con l’accusa di aver aggredito militanti di estrema destra. Il provvedimento, che prevede il braccialetto elettronico, diventerà esecutivo una volta pagata la cauzione.
Gli arresti domiciliari ad Ilaria Salis sono “un successo della difesa”, ha dichiarato l’avvocato Gyorgy Magyar. “La corte di appello ha accettato il nostro ricorso. Lei ha garantito che non scapperà e avrà un braccialetto elettronico”, ha spiegato. “Il tribunale aspetta soltanto il pagamento della cauzione, che ammonta a 40 mila euro”. Ma la donna potrà tornare eventualmente in Italia? “È una richiesta che deve essere fatta dai suoi avvocati. Noi siamo sempre favorevoli a questa ipotesi. Ma è una richiesta che deve essere fatta dagli avvocati per avere gli arresti domiciliari in Italia, è una cosa che si può fare”, ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del ‘Rome summit’.
“Ilaria è entusiasta di poter finalmente uscire dal carcere e noi siamo felicissimi di poterla finalmente riabbracciare”, ha commentato Roberto Salis riferendosi alla decisione del tribunale ungherese. “Non è ancora fuori dal pozzo”, ha aggiunto, “ma sarà sicuramente molto bello poterla riabbracciare dopo 15 mesi, anche se finché è in Ungheria io non mi sento del tutto tranquillo. Non ho dei sassolini nelle scarpe, ma della ghiaia grossa, quella che si usa per il calcestruzzo, ho i piedi insanguinati”, ha detto ancora l’uomo. “I cittadini italiani sono stufi di dover implorare le istituzioni di agire, le istituzioni sono al servizio dei cittadini. Paghiamo il ministro della Giustizia e degli Esteri per lavorare per noi, non abbiamo visto nessuna attività concreta per risolvere il problema di Ilaria da parte di questi due ministeri”.
I domiciliari sono “un’evoluzione positiva rispetto a quanto visto finora. Ancora mancano i passaggi finali, bisogna aspettare che Ilaria esca e fare una serie di passaggi operativi per averla finalmente fuori e poterla riabbracciare”, fra questi “adesso dobbiamo corrispondere una cauzione di poco più di 40 mila euro”.”Siamo molto soddisfatti, finalmente finisce questo incubo per Ilaria ma la sua battaglia continua”, hanno commentato Mauro Straini ed Eugenio Losco, i due legali italiani di Ilaria Salis, dopo aver saputo della decisione del tribunale ungherese di concederle i domiciliari a Budapest.
Il documento con cui il tribunale ungherese di seconda istanza ha accolto la richiesta di domiciliari e della cauzione per Ilaria Salis è scarno ma preciso. L’atto stabilisce che la sua detenzione in carcere “terminerà con il pagamento della cauzione al tribunale distrettuale di Elsofoku”, da saldare “da oggi entro un mese” e “ordina la sorveglianza speciale fino alla pronuncia finale”. In regime di domiciliari, Ilaria Salis potrà lasciare l’abitazione “solo con il permesso del tribunale” e sarà controllata con un braccialetto elettronico. A Salis, il tribunale ungherese ha concesso di lasciare il carcere di Budapest “solo dopo il pagamento della cauzione”, pari a 40 mila euro.
“La cauzione corrisponde a 16 milioni di fiorini ungheresi, poco più di 40 mila euro. Ilaria ha cercato di stimolare una raccolta fondi che ha dato buoni frutti, useremo quelli per il pagamento delle spese legali, e se non dovessero bastare interverrà la famiglia. Al momento siamo in attesa di capire i dettagli, non ho ancora l’iban sul quale effettuare il bonifico. Ci è stato detto che dal momento che arriva il pagamento i domiciliari diventano effettivi, spero quindi che sia una questione di poche ore”, ha detto Roberto Salis a ‘Otto e mezzo’ su La7. “Per i domiciliari in Italia abbiamo trovato un domicilio, altrimenti non sarebbe stato possibile fare la richiesta. Abbiamo già chiesto parecchie volte l’applicazione della decisione quadro 2009/829 dell’Unione Europea, ma credo che sarà più veloce la procedura relativa all’immunità conseguente all’eventuale elezione”, ha aggiunto il padre dell’attivista.
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