Il leader di Hamas è stato ucciso a Teheran, chi era Ismail Haniyeh
Aveva 62 anni, ed era considerato il numero 1 dell’organizzazione fondamentalista. Le reazioni da parte dei grandi del mondo alla sua morte
Hamas ha annunciato la morte del suo leader politico Ismail Haniyeh, avvenuta a seguito di un raid israeliano sulla sua residenza a Teheran. Haniyeh, noto come Abu Abed, era una figura chiave nella politica palestinese e nel movimento di resistenza contro Israele. Nato nel campo profughi di Chatti vicino a Gaza, la sua famiglia era originaria della città di Ashkelon, nel sud di Israele, da cui fu costretta a fuggire.
Chi era Ismail Haniyeh
Haniyeh aveva 62 anni ed era il capo dell’ufficio politico di Hamas dal 2017. La sua carriera politica iniziò nel Blocco Studentesco Islamico, considerato un precursore di Hamas. Dopo aver studiato letteratura araba all’Università islamica di Gaza, divenne stretto collaboratore del co-fondatore di Hamas, il defunto sceicco Ahmed Yassin. Durante la prima Intifada, fu imprigionato più volte dalle autorità israeliane e deportato nel sud del Libano nel 1992.
Dopo il suo ritorno a Gaza nel 1993, Haniyeh divenne preside dell’Università Islamica. La sua carriera politica culminò con il ruolo di Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese dal 2006 al 2007. Le tensioni interne portarono alla breve durata del suo governo di unità nazionale, che si concluse con la presa di controllo della Striscia di Gaza da parte di Hamas. Haniyeh era sposato e padre di 13 figli, tre dei quali furono uccisi durante un raid israeliano all’inizio del 2024.
La sua morte è avvenuta a Teheran, dove si trovava per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian. Le Guardie della Rivoluzione Islamica iraniane hanno confermato che la residenza di Haniyeh è stata colpita da un attacco aereo, causando la morte del leader di Hamas e di una delle sue guardie del corpo. L’Iran ha dichiarato che sta indagando sull’incidente e fornirà ulteriori dettagli in seguito.
Haniyeh era una figura di grande importanza per Hamas e per la causa palestinese. La sua leadership era caratterizzata da una ferma opposizione all’occupazione israeliana e da una stretta alleanza con l’Iran e altri gruppi della resistenza nella regione. La sua morte rappresenta una grave perdita per Hamas e potrebbe avere ripercussioni significative sulla politica e sulla sicurezza della regione.
Gli studi e l’ascesa politica
Ismail Haniyeh è nato nel 1962 in un campo profughi vicino a Gaza. La sua famiglia era originaria di Ashkelon, una città nel sud di Israele, ma fu costretta a fuggire durante il conflitto arabo-israeliano. La sua vita è stata segnata dalla lotta e dalla resistenza, valori che ha incarnato e promosso durante tutta la sua carriera.
Dopo aver completato gli studi in letteratura araba all’Università islamica di Gaza, Haniyeh ha iniziato a coinvolgersi attivamente nella politica. La sua adesione al Blocco Studentesco Islamico lo ha portato a diventare un collaboratore stretto di Ahmed Yassin, il co-fondatore di Hamas. La sua carriera politica è stata segnata da numerosi arresti e periodi di detenzione da parte delle autorità israeliane, che lo consideravano una minaccia a causa delle sue attività di resistenza.
Nel 2006, Haniyeh è stato eletto Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, un ruolo che ha ricoperto fino al 2007. Tuttavia, le tensioni interne tra Hamas e Fatah, il partito guidato da Mahmoud Abbas (Abu Mazen), hanno portato alla divisione politica tra la Striscia di Gaza, controllata da Hamas, e la Cisgiordania, controllata da Fatah. Haniyeh ha continuato a giocare un ruolo centrale nella politica di Hamas e nella gestione della Striscia di Gaza, nonostante le difficoltà e le sfide imposte dal blocco israeliano e dai conflitti interni.
Nel 2017, Haniyeh è stato nominato capo dell’ufficio politico di Hamas, succedendo a Khaled Meshaal. La sua leadership ha rafforzato i legami di Hamas con l’Iran e altri gruppi della resistenza nella regione, consolidando la posizione del movimento come principale forza di opposizione all’occupazione israeliana. La sua morte rappresenta una perdita significativa per Hamas e per la causa palestinese.
Reazioni internazionali
Iran
La reazione più immediata e accesa è arrivata dall’Iran. Le Guardie Rivoluzionarie hanno promesso una “risposta dura e dolorosa” contro Israele, accusando il “regime sionista” di non rispettare le norme internazionali e di cercare di coprire i suoi fallimenti nella guerra di Gaza. La Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha minacciato una severa rappresaglia, descrivendo l’omicidio di Haniyeh come un atto criminale che non resterà impunito. Khamenei ha enfatizzato il dovere di vendicare il sangue di Haniyeh, sottolineando l’importanza del suo sacrificio per la causa palestinese.
Cina
La Cina ha espresso forte preoccupazione per l’assassinio, con il portavoce della diplomazia cinese Lin Jian che ha condannato l’atto e sottolineato il rischio di ulteriore instabilità regionale. La Cina ha ribadito il suo sostegno alla risoluzione delle controversie attraverso negoziati e dialogo, auspicando un cessate il fuoco permanente a Gaza per evitare ulteriori conflitti.
Turchia
Anche la Turchia ha condannato l’omicidio, definendolo un “atto vergognoso” e accusando Israele di voler estendere la guerra di Gaza a una dimensione regionale. Il governo turco, alleato di Hamas, ha espresso solidarietà con la causa palestinese e ha ribadito il suo impegno nel sostenere la resistenza contro l’occupazione israeliana.
Russia
Il Cremlino ha condannato fermamente l’attacco, definendolo un’azione che mina gli sforzi di pace nella regione e potrebbe destabilizzare ulteriormente una situazione già tesa. Il portavoce del presidente Putin, Dmitry Peskov, ha sottolineato l’importanza di evitare azioni che possano aggravare le tensioni.
Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno preso una posizione più neutrale, dichiarando di non essere stati informati né coinvolti nell’uccisione di Haniyeh. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiarito che gli Stati Uniti non avevano conoscenza dell’operazione e ha evitato di commentare ulteriormente sulle implicazioni dell’attacco.
Germania
La Germania ha criticato la “logica delle rappresaglie” in Medio Oriente, descrivendola come una strada sbagliata. Il governo tedesco ha espresso preoccupazione per la recente escalation di violenze, inclusi altri incidenti significativi nella regione, e ha ribadito la necessità di trovare soluzioni pacifiche attraverso il dialogo.
Israele
Nonostante la mancanza di conferme ufficiali da parte delle autorità israeliane, l’ufficio stampa del governo di Tel Aviv ha pubblicato un post in inglese sul suo account Facebook, annunciando l’assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il post aveva la parola “eliminato” scritta sulla foto del leader in grandi lettere nere. Dopo pochi minuti, l’immagine è stata rimossa. Tuttavia, i media globali avevano già fatto riferimento al post come conferma ufficiale che Israele era responsabile dell’attacco.
Redazione
La redazione di newsby è composta da giornalisti e video giornalisti attivi su tutto il territorio nazionale, con presidi su Roma, Milano, Torino, Napoli e, all’estero, a Bruxelles/Strasburgo per i lavori del Parlamento Europeo.