Insieme agli aiuti per l’Ucraina, il Congresso USA ha approvato una legge che obbligherebbe l’azienda cinese ByteDance a vendere la piattaforma per evitarne il blocco
Sabato la Camera degli USA, insieme all’imponente pacchetto di aiuti per l’Ucraina, ha approvato un disegno di legge che dà nove mesi di tempo alla società cinese ByteDance per vendere il social network TikTok e il suo potente algoritmo, nel più serio sviluppo di una campagna portata avanti ormai da tempo dalla politica americana contro la piattaforma.
Nei prossimi giorni il disegno di legge dovrà passare al Senato e poi essere firmato dal presidente Joe Biden, ma si pensa che non ci saranno intoppi, dato che la proposta è collegata all’atteso e importante finanziamento all’esercito ucraino, impegnato nella resistenza all’invasione russa.
La versione iniziale della legge dava soltanto sei mesi di tempo a ByteDance, ma poi sono stati allungati a nove, con una proroga di ulteriori tre mesi se per allora sarà in corso una trattativa.
Alcuni senatori statunitensi ritenevano infatti che sei mesi fossero troppo pochi per concludere un affare così imponente. Se per allora non sarà stata venduta, la legge prevede un blocco della piattaforma negli Stati Uniti, simile a quello che era stato approvato nello stato del Montana, e che era stato poi revocato da un giudice dopo il ricorso di TikTok. Con ogni probabilità, se la legge dovesse passare TikTok farebbe ricorso anche in questo caso.
Da diverso tempo gli States sono preoccupati delle dimensioni e dell’importanza raggiunta da TikTok, a cui sono iscritti 170 milioni di americani. In particolare molti politici temono che il governo cinese, che ha un rapporto stretto con ByteDance come con tutte le grandi società del paese, possa raccogliere grandi quantità di dati sugli utenti statunitensi, utilizzandoli per motivi di intelligence.
Un’altra preoccupazione riguarda la possibilità che il governo cinese possa usare l’algoritmo di TikTok, l’efficacissimo strumento con cui la piattaforma consiglia agli utenti i video che considera più attraenti per loro, per promuovere o censurare determinati contenuti influenzando in questo modo la popolazione americana.
ByteDance ha sempre negato di condividere informazioni sugli utenti con il governo cinese e gli Stati Uniti non hanno mai fornito prove che questo avvenga.
Di misure contro il social media negli Stati Uniti se ne parla da tempo, ma quella approvata sabato alla Camera è la più concreta: è stata incorporata al grosso pacchetto di aiuti all’Ucraina, a Israele e alla regione Indopacifica per volontà dello speaker della Camera Mike Johnson, Repubblicano, che l’ha inclusa per convincere i suoi compagni di partito a sostenere l’intero provvedimento.
Sono infatti i Repubblicani i più preoccupati per TikTok e la legge sulla vendita serviva a rendere più accettabili gli aiuti all’Ucraina, che invece non sono popolari nell’ala più radicale del partito.
Sorprendentemente la misura è stata condannata da Donald Trump, che per primo durante il suo mandato firmò un ordine esecutivo contro il social media e che ora invece difende la rete cinese contro lo strapotere di Mark Zuckerberg.
Ma The Donald non è il solo ad avere cambiato idea. Proprio Joe Biden, che all’indomani del suo insediamento nel 2021 revocò l’ordine esecutivo del suo predecessore sostituendolo con direttive più blande e che finora ha impiegato massicciamente TikTok per la sua seconda campagna elettorale, si dice pronto a firmare la legge contro Pechino appena approvata dal Congresso.
Dal canto suo l’autocratica Cina, pronta ad adottare “ogni misura utile”, accusa gli Usa di minacciare la libertà di espressione dei suoi cittadini attraverso questa limitazione: “Continueremo a fare tutto il possibile, incluso l’esercizio dei nostri diritti legali per proteggere questa straordinaria piattaforma che abbiamo costruito con voi”, ha affermato in un video pubblicato su X il ceo dell’azienda. “Crediamo di poter superare questa situazione insieme. Proteggi i tuoi diritti costituzionali. Fai sentire la tua voce”.
Secondo una stima del Financial Times, il valore di TikTok sulla carta potrebbe essere di 180 miliardi di dollari, ma una vendita forzata lo abbasserebbe drasticamente, fino a dimezzare il suo valore.
Ci sarebbe poi da capire se eventualmente la vendita riguarderebbe solo il TikTok statunitense, cosa che però comporterebbe una complicata separazione dei contenuti americani della piattaforma da quelli del resto del mondo.
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