Trump firma 100 ordini esecutivi nel primo giorno: misure su clima, immigrazione, energia e politiche controverse
Donald Trump ha firmato circa un centinaio di ordini esecutivi non appena diventato presidente, distribuendo le firme in diversi momenti della giornata inaugurale. Alcuni sono stati siglati al Campidoglio dopo il giuramento, altri nel pomeriggio davanti ai 20.000 sostenitori riuniti alla Capital One Arena. Infine, in serata, il presidente ha continuato a lavorare dalla Casa Bianca.
Trump aveva promesso di agire su numerosi fronti fin dal primo giorno di mandato, e lo ha fatto, cancellando 78 ordini esecutivi emessi dal suo predecessore Joe Biden e introducendo nuove misure controverse. Molte di queste decisioni saranno probabilmente contestate nei tribunali o necessiteranno del coinvolgimento del Congresso per la loro attuazione definitiva. Secondo Steve Bannon, figura chiave della destra radicale e stratega della prima campagna presidenziale di Trump, si tratta di “un’ondata di nuove regole che i media non riusciranno ad analizzare a fondo”.
Questi ordini esecutivi spaziano da gesti simbolici a dichiarazioni di principio e interventi concreti in vari settori. Tra le misure simboliche ci sono il ripristino delle bandiere a pieno regime, eliminando il lutto nazionale per la morte dell’ex presidente Jimmy Carter, e il rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America”. Altri ordini si concentrano su temi più sostanziali, come l’invito ai ministeri a sviluppare politiche per ridurre il costo della vita o il blocco di una presunta censura. Sul fronte della giustizia, Trump ha concesso la grazia a coloro che hanno partecipato agli eventi del 6 gennaio 2021, purché non si siano resi colpevoli di atti violenti.
In ambito ambientale, gli Stati Uniti sono nuovamente usciti dagli Accordi di Parigi sul clima. Altre misure riguardano energia, immigrazione e questioni legate a genere e razza. Per quanto riguarda il settore pubblico, è stato imposto un temporaneo blocco delle nuove assunzioni e richiesto il ritorno immediato in presenza per tutti i dipendenti federali.
Sul tema dell’immigrazione, Trump ha dichiarato lo stato d’emergenza al confine con il Messico, riproponendo un copione simile a quello del suo primo mandato. Tuttavia, questa volta ha anche proclamato una “guerra” contro le gang criminali che operano nelle grandi città americane, invocando una legge del 1798, l’Alien Enemies Act, per giustificare interventi straordinari.
Inoltre, ha interrotto un’importante via d’ingresso legale per gli immigrati, disattivando l’app CBP One, che finora consentiva l’ingresso quotidiano negli Stati Uniti di circa 1.450 persone con appuntamenti programmati. Tutti gli appuntamenti già fissati sono stati cancellati. Tuttavia, l’idea di eliminare lo ius soli, ovvero il diritto alla cittadinanza per chi nasce sul suolo americano, non è ancora stata attuata. Più che un cambio di rotta, sembra una decisione rimandata a causa di ostacoli legali e costituzionali.
Assente in questa prima serie di provvedimenti è invece l’altro pilastro della campagna elettorale di Trump: i dazi sulle importazioni. Piuttosto che applicarli subito, Trump ha preferito tenerli come strumento di negoziazione per ottenere accordi più favorevoli con paesi vicini come Messico e Canada, ma anche con l’Europa e soprattutto con la Cina. Per quanto riguarda TikTok, Trump ha firmato un ordine esecutivo che permette al servizio di continuare a operare per altri 90 giorni, nonostante la messa al bando approvata dal Congresso. Questa proroga serve per cercare una soluzione alla questione della proprietà cinese della piattaforma, che conta 170 milioni di utenti negli Stati Uniti. Anche questo provvedimento si inserisce nel più ampio contesto delle trattative commerciali e strategiche tra Stati Uniti e Cina.
Sul fronte ambientale ed energetico, Trump ha revocato le norme introdotte da Biden per promuovere le auto elettriche e dichiarato un’emergenza energetica per incrementare ulteriormente la produzione di combustibili fossili. Ha ampliato le perforazioni offshore e consentito lo sfruttamento di aree protette, puntando a ridurre i costi di petrolio e gas per contrastare l’inflazione e migliorare la competitività delle aziende americane.
Infine, Trump ha preso provvedimenti su temi legati al genere, alla razza e alle minoranze svantaggiate. Ha ribadito che esistono solo due sessi biologici e ha eliminato le normative che tutelavano gli studenti transgender. Inoltre, proprio nel giorno dedicato a Martin Luther King, ha abolito le politiche di diversity, equity e inclusion (DEI) introdotte a favore delle comunità afroamericane.
Questa raffica di ordini esecutivi rappresenta un inizio di mandato particolarmente denso, con decisioni che lasciano presagire un lungo periodo di dibattiti politici e legali.
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