Joshua Wong, noto attivista di Hong Kong, è stato arrestato lo scorso 17 settembre con l’accusa di aver partecipato a una manifestazione non autorizzata nell’ottobre del 2019 e per aver violato in quell’occasione una legge che vietava l’uso delle maschere durante tutte le manifestazioni e i raduni pubblici. L’arresto è stato annunciato dal profilo Twitter dello stesso Wong, ma al momento non si hanno maggiori informazioni sulla sua situazione.
È tra i leader delle proteste in favore della democrazia che vanno avanti da più di un anno a Hong Kong: Joshua Wong, che ha 23 anni, era stato più volte arrestato e liberato negli ultimi anni. Dopo l’approvazione della controversa legge sulla “sicurezza nazionale”, con l’obiettivo ufficiale di arrestare chiunque fosse accusato di compiere “attività terroristiche” e atti di “sedizione, sovversione e secessione”, Wong aveva espresso il suo timore di essere arrestato di nuovo e di venire estradato in Cina.
L’annuncio ‘profetico’ di Joshua Wong: “Hong Kong mi estraderà a Pechino”
“Il mio arresto sembra imminente”, aveva detto il 28 agosto al Financial Times. “Quando mi arresteranno, potrei essere estradato in Cina immediatamente. Certo, questo è lo scenario peggiore. Ma molte persone mi chiedono ‘Sei pronto?’ e io rispondo che naturalmente nessuno può essere pronto a venire condannato a restare in un campo di detenzione a Pechino per sempre”. Dall’approvazione della legge diversi attivisti sono stati arrestati tra cui, poche settimane fa, 290 manifestanti perché protestavano contro la decisione del governo di posticipare di un anno le elezioni legislative, che si sarebbero dovute tenere domenica 6 settembre.
Secondo il governo di Hong Kong il rinvio del voto era necessario per contenere la pandemia da Coronavirus, ma l’opposizione lo ha accusato di servirsene come pretesto per impedire alle persone di votare. L’opposizione sperava infatti di ottenere nuovi seggi nel Consiglio Legislativo facendo leva sul malcontento diffuso causato dalla legge sulla sicurezza nazionale.