Un terremoto di magnitudo 7.2 ha colpito Haiti sabato mattina, uccidendo più di 1.900 persone e provocando migliaia di feriti e sfollati dalle loro case. Mentre le persone nelle regioni colpite nel sud-ovest del paese lavoravano per riprendersi con scarse risorse, ieri una forte tempesta tropicale ha travolto Haiti con vento forte e pioggia battente. A ritardare le operazioni di soccorso sono sopraggiunte inondazioni improvvise e la minaccia di frane di fango.
Le operazioni di soccorso proseguono incessantemente da sabato, nonostante i disagi causati dalla tempesta tropicale Grace. Ieri, durante le ricerche, i soccorritori hanno trovato sedici persone ancora vive sotto le macerie di un ex edificio Onu nel villaggio di Brefet. “La situazione è molto preoccupante“, ha sottolineato il premier ad interim, Ariel Henry.
Sebbene una leggera scossa sia stata avvertita anche nella capitale, Port-au-Prince, i danni maggiori si concentrano nei dipartimenti di Nippes, Sud e Grand’Anse. Numerose case ed edifici scolastici sono stati gravemente danneggiati a Les Cayes, una comunità portuale a circa 30 chilometri dall’epicentro del terremoto.
Gli ospedali locali sono sovraffollati e un numero molto limitato di medici e chirurghi ha lavorato tutta la notte per curare i feriti. Gli operatori hanno allestito sale operatorie temporanee vicino all’aeroporto principale di Les Cayes, mentre le persone cercavano di evacuare i propri cari a Port-au-Prince per le cure di emergenza.
Il terremoto ha distrutto di migliaia di abitazioni e uno dei ponti che costituiva la via di accesso principale all’area più colpita del Paese. Come riferisce Save The Children, molte famiglie stanno dormendo all’aperto, perché la propria abitazione è andata distrutta o perché temono per le scosse di assestamento. La necessità di un riparo è urgente, c’è bisogno di cibo e acqua potabile, per evitare il rischio di malattie.
“In questo momento stiamo utilizzando le nostre scorte di emergenza per fornire assistenza immediata a 250 famiglie colpite“, ha dichiarato Leila Bourahla, Direttrice di Save the Children ad Haiti. “Stiamo distribuendo aiuti di base e kit per bambini alle famiglie“, oltre a predisporre interventi di sostegno economico, protezione dei bambini e allestimento di spazi educativi sicuri.
Haiti è il paese meno sviluppato dell’emisfero settentrionale e il più povero di tutta l’America Latina. La maggior parte della popolazione non ha un lavoro e vive in condizioni di degrado assoluto. Ad aggravare la situazione, sistematicamente il Paese viene colpito da calamità naturali di proporzioni enormi. Il terremoto del 2010, di magnitudo 7, fu uno dei più potenti mai registrati.
Nel 2016 un’altra catastrofe si è abbattuta sul Paese. L’uragano Matthew ha travolto l’isola con una violenza inaudita e raffiche di vento fino a 200 chilometri orari. Negli ultimi vent’anni, la situazione non ha fatto altro che aggravarsi, complici le inondazioni e i terremoti, oltre all’instabilità politica che caratterizza da tempo il Paese, come testimonia l’assassinio del presidente Juvenel Moïse, avvenuto il 7 luglio 2021.
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