Oggi, mercoledì 2 marzo, le delegazioni di Russia e Ucraina si incontreranno di nuovo per cercare di trovare un punto di incontro. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che Kiev è pronta per partecipare ai colloqui, ma non è intenzionata ad accettare ultimatum da Mosca. Il politico ha anche reso noto che la Nato starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di dar vita a una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina, come richiesto da Kiev. Questa eventualità contemplerebbe automaticamente la possibilità di dover prendere di mira aerei militari russi, innescando, potenzialmente, uno scontro diretto con Mosca.
La giornata in cui si svolgeranno i nuovi negoziati non è iniziata sotto i migliori auspici. I militari russi hanno dichiarato di aver conquistato la città strategica di Kherson, nel Sud dell’Ucraina. A Kharkiv, invece, almeno 21 persone hanno perso la vita a causa dei bombardamenti e altre 112 sono rimaste ferite.
Lo ha reso noto il sindaco della città del Nord-Est dell’Ucraina, dove nella notte sono atterrati dei paracadutisti russi. Oleg Synegubov, il governatore della regione di Kharkiv, ha dichiarato che anche il nemico ha subito delle perdite significative nelle scorse ore.
Secondo quanto riportato dall’esercito ucraino, i militari russi avrebbero attaccato un ospedale. L’assalto sarebbe avvenuto a breve distanza dalla caduta di un missile su condominio a Zhytomyr, a un centinaio di chilometri a ovest di Kiev. Quattro le persone decedute e almeno tre i feriti.
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Le forze armate ucraine riportano poi che i militari russi hanno aperto il fuoco sui cittadini a Enerhodar per impedire il passaggio verso la centrale nucleare di Zaporizhzhya.
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Intanto, da Kiev giungono le parole di un soldato russo catturato, che in un video diffuso dai servizi di sicurezza ucraini racconta: “Il 24 febbraio, mentre stavamo conducendo esercitazioni, ci hanno detto che avremmo dovuto dirigerci verso una destinazione sconosciuta. Abbiamo preso acqua e cibo per tre giorni, dopo i quali avremmo dovuto fare ritorno al nostro campo. Quella stessa notte abbiamo passato il confine con l’Ucraina. Per ordine della massima dirigenza della Federazione Russa siamo stati privati di cellulari e documenti“.
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Intanto arrivano nuove testimonianze da chi sta affrontando i drammi del conflitto in prima linea. “Abbiamo ricavato dalle catacombe che ci sono sotto la nostra cattedrale un rifugio per un centinaio di persone. Durante la notte o quando suonano gli allarmi, ci rifugiamo qui per avere riparo“. Così Padre Roman, sacerdote della cattedrale greco-cattolica di Ternopil, a circa 120 chilometri da Leopoli, in Ucraina.
“La guerra è scoppiata in tutta l’Ucraina, con la Russia che sta attaccando ovunque via terra, via mare e attraverso la sua aviazione – racconta in italiano il prete –. Non siamo l’unica chiesa ad aver aperto le porte permettendo alle persone di ripararsi. L’altro giorno l’allarme è suonato ben cinque volte. Abbiamo preparato acqua e alimenti di emergenza: qui la gente può trovare rifugio e calmarsi attraverso la preghiera“.
La condanna a ciò che sta avvenendo in Ucraina è chiara e severa. “È una guerra assurda – dice Padre Roman –. Durante la pandemia il virus uccideva l’uomo, qui è l’uomo che uccide l’uomo e non sa nemmeno perché lo fa“. Ma il sacerdote di Ternopil racconta anche come la macchina della solidarietà si sia messa in moto. “Stanno arrivando gli aiuti umanitari – afferma –. Anche dall’Italia, attraverso le chiese ucraine e l’aiuto degli italiani. Qui si rifugiano i profughi di passaggio verso l’Europa oppure chi non ha più niente e rimane qui, per quanto non si sa“.
Le autorità ucraine hanno riferito che dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina hanno perso la vita oltre 2mila civili. Tra i deceduti ci sarebbero anche numerosi bambini
L’Ucraina, tramite un bollettino pubblicato su Kiev Independent, ha rivendicato l’uccisione di 5.840 soldati russi e l’abbattimento di 30 aerei e 31 elicotteri del nemico. Sarebbero stati distrutti anche 211 carri armati, 862 veicoli blindati, 85 sistemi di artiglieria e 9 antiaerei, 60 serbatoi di carburante e 355 “veicoli” non meglio precisati.
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Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, si è rivolto agli ebrei di tutto il mondo, chiedendo l’oro di non restare in silenzio di fronte all’invasione dei russi. “Mi sto rivolgendo ora agli ebrei nel mondo. Non vedete quello che sta succedendo? Per questo è importante che milioni di ebrei in tutto il mondo non restino in silenzio proprio ora”. Zelensky ha ricordato che “il nazismo è nato nel silenzio”. “Gridate per la morte dei civili. Gridate per la morte degli ucraini”, ha esortato il presidente. Lui stesso è nato in una famiglia ebraica.
Il razzo che ieri si è abbattuto sulla torre della tv a Kiev ha danneggiato il memoriale della Shoah di Babyn Yar. Per Zelensky, l’invasione della Russia ha lo scopo di “cancellare l’Ucraina, il suo Paese, la sua storia”. I russi “non sanno nulla della nostra capitale, né della nostra storia. Ma hanno ricevuto l’ordine di cancellarla”.
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Mentre il conflitto infuria, prosegue la fuga dei civili dall’Ucraina. Tramite un video pubblicato sui social, il comitato statale di frontiera della Bielorussia ha comunicato l’arrivo di 16 persone.
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