Guerra in Ucraina, Zelensky è pronto al dialogo con Putin?

Il presidente ucraino sembra disponibile a un’apertura a Mosca che, almeno per il momento, resta dubbiosa. I possibili scenari futuri del conflitto

Nell’attuale scenario geopolitico, l’Ucraina sembra voler intraprendere un nuovo percorso verso la pace. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la preparazione di un nuovo vertice previsto per novembre, con un invito rivolto anche alla Russia. Questo sviluppo segna una possibile apertura, almeno in apparenza, a colloqui diretti con il nemico. La domanda che molti si pongono è se questa sia una mossa strategica o un tentativo di evitare il collasso.

L’invito di Zelensky

Durante una conferenza stampa a Kiev, Zelensky ha dichiarato: “Credo che debbano esserci rappresentanti russi al secondo summit.” Questo invito ufficiale arriva in un momento in cui la scena politica internazionale è in fermento, specialmente con le elezioni statunitensi all’orizzonte. Il primo vertice di pace, tenutosi lo scorso giugno in Svizzera, ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti da 92 paesi, ma non della Russia, che continua a essere coinvolta nel conflitto. La presenza di Mosca al prossimo vertice potrebbe rappresentare un passo significativo verso la riduzione delle ostilità.

Finora, il Cremlino non ha dato risposte chiare all’invito di Zelensky. Il portavoce Dmitry Peskov, ha dichiarato in un’intervista a Zvezda: “Il primo vertice di pace non era affatto un vertice di pace. Quindi bisogna capire cosa ha in mente Zelensky.” Mosca continua a non riconoscere la legittimità del governo ucraino, considerandolo privo di mandato elettorale. Questa posizione di rigidità da parte russa complica ulteriormente il quadro, rendendo difficile prevedere se e come si arriverà a un reale dialogo di pace.

Le analisi degli esperti

Gianandrea Gaiani, esperto di strategie militari e direttore di Analisi Difesa, ha affermato all’Adnkronos: “Dopo che ha incontrato Orban, che penso gli abbia portato il piano di pace di Trump, Zelensky guardando realisticamente la situazione sia sul piano diplomatico sia su quello militare ha finalmente capito che un negoziato di pace bisogna farlo con il nemico. Questo suggerisce che Zelensky stia riconoscendo la necessità di trattare direttamente con la Russia, data la difficile situazione militare e le possibili implicazioni politiche globali, inclusa una potenziale presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti. La prospettiva di un cambiamento nella leadership americana potrebbe influenzare significativamente la politica internazionale, spingendo Kiev a cercare una soluzione negoziata prima che le condizioni diventino ancora più sfavorevoli”. Il generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando operativo interforze, ha commentato all’Adnkronos il primo vertice di pace: “Zelensky ha preso atto che la conferenza di pace in Svizzera è stata un mezzo flop perché non ha avuto quella solidarietà unanime in cui sperava”.

La visione di Mosca

La Russia, dal canto suo, sembra cercare non solo una vittoria in Ucraina, ma una ridefinizione generale delle relazioni internazionali. Bertolini ha affermato ancora: “La Russia non vuole semplicemente vincere in Ucraina ma vuole ridefinire un accordo di pace generale che veda il coinvolgimento dell’Europa, degli Stati Uniti e della Cina per ridefinire le relazioni internazionali.” Questo suggerisce che Mosca potrebbe partecipare a un vertice di pace solo se vi fosse una garanzia di un nuovo ordine mondiale multipolare, dove ogni potenza, inclusa la Russia, possa perseguire i propri interessi senza interferenze esterne.

In questa ottica, la Russia potrebbe considerare l’invito di Zelensky solo come una manovra dilatoria, volta a guadagnare tempo e permettere all’Ucraina di riorganizzarsi. Senza un accordo formale che impegni tutti gli interlocutori a rimanere nelle proprie aree di influenza, Putin difficilmente accetterebbe un semplice cessate il fuoco. Per Mosca, il vero obiettivo è ottenere una nuova architettura internazionale che garantisca alla Russia un ruolo di protagonista nel mondo multipolare.

Il piano di Orban

Viktor Orban, primo ministro ungherese, ha presentato un piano di pace che contiene elementi dirompenti. Secondo Orban, l’Europa dovrebbe uscire dal paradigma della guerra a ogni costo, poiché gli Stati Uniti, con una possibile amministrazione Trump, potrebbero cambiare rotta, lasciando l’Unione Europea in una posizione difficile. Il rapporto di Orban sottolinea la necessità di puntare su negoziati diplomatici, anche attraverso un’offensiva verso il Sud Globale, ormai ostile all’Occidente.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban
Il primo ministro ungherese Viktor Orban | Foto ANSA -Newsby.it

Il documento di due pagine e dieci punti, firmato il 12 luglio e presumibilmente inviato al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, suggerisce che l’Europa dovrebbe prepararsi a un cambiamento di rotta degli Stati Uniti, con Trump pronto ad agire come mediatore immediatamente dopo una possibile vittoria elettorale. Orban avverte che il sostegno finanziario all’Ucraina da parte degli Stati Uniti potrebbe diminuire significativamente, mettendo l’Unione Europea in una posizione difficile per quanto riguarda il sostegno economico e militare a Kiev.

La reazione dell’occidente

Il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e attuale presidente della fondazione Icsa, ha dichiarato ad Adnkronos: “Il mondo occidentale non può che cogliere la palla al balzo ed adoperarsi per accompagnare gli ucraini verso condizioni di sospensione delle ostilità dignitose e condivise dalla controparte con pari disponibilità.” Tricarico ha sottolineato l’importanza di sfruttare questa apertura per avviare un negoziato serio e possibilmente risolutivo. La possibilità che la nuova amministrazione americana imponga condizioni inique, magari concordate con Putin, spinge Zelensky a tentare un coinvolgimento diretto dei russi nei negoziati prima che sia troppo tardi.

Le divisioni all’interno dell’UE

Il piano di Orban ha sollevato diverse critiche all’interno dell’Unione Europea. Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, ha risposto con una contro-lettera, respingendo le affermazioni di Orban secondo cui l’UE avrebbe condotto una politica favorevole alla guerra. Michel ha ribadito che la Russia è l’aggressore e che l’Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto all’autodifesa. Tuttavia, il piano di Orban ha messo in luce la crescente ostilità del Sud Globale verso l’Occidente e il rischio di isolamento di USA e UE sullo scacchiere globale.

Le divergenze all’interno dell’UE sono diventate evidenti durante le recenti riunioni dei ministri delle Finanze dei 27 paesi membri. Mentre alcuni stati, come l’Austria, hanno dichiarato di non voler aderire al boicottaggio della presidenza ungherese della Commissione, altri hanno criticato apertamente Orban per la sua visita a Mosca, vista come un tentativo di rappresentare gli interessi nazionali ungheresi piuttosto che quelli dell’intera Unione Europea.

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