Da settimane le forze militari ucraine hanno intensificato gli attacchi alla Crimea, la penisola sul Mar Nero annessa illegalmente da Mosca nel 2014. L’obiettivo della strategia è duplice.
Da un lato mira a stabilire un predominio a nord ovest del Mar Nero e dall’altro punta a indebolire le capacità logistiche della Russia a sud, ha spiegato alla Bbc Oleksandr Musiienko del centro per gli studi militari e giuridici di Kiev.
In altre parole, le operazioni in Crimea vanno di pari passo con la controffensiva sul fronte meridionale del conflitto.
L’importanza statica della Penisola per Mosca è evidente. Per questo sin dall’inizio della guerra è stata un target nel mirino di Kiev.
Per la sua vicinanza al fronte sud della guerra, dall’inizio dell’invasione la Crimea è stata usata da Mosca per ammassare armi, mezzi e truppe, diventando uno dei principali snodi logistici per il rifornimento delle forze miliari russe. Senza contare la flotta russa nel porto di Sebastopoli sul mar Nero.
Nelle mire delle forze ucraine c’è anche il ponte di Kerch, che collega a est la penisola alla Russia. Diversi i tentativi di distruggere l’infrastruttura, alcuni andati a segno, senza tuttavia infliggere danni rilevanti. Mettere fuori uso il ponte di Crimea priverebbe Mosca di una linea di collegamento vitale con la penisola.
L’ultimo attacco è della scorsa domenica. L’esercito russo afferma di aver sventato un attacco coordinato di droni nella parte orientale della Crimea. La settimana scorsa invece alcuni attacchi da parte ucraina hanno provocato danni ingenti alla flotta russa nel porto di Sebastopoli e alle infrastrutture militari della penisola.
L’esercito ucraino potrebbe tagliare il corridoio terrestre di collegamento dalla Russia alla Crimea entro l’inizio dell’inverno, ha detto il capo dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino Kyrylo Budanov, in un’intervista all’Economist.
Intanto oggi è arrivata la notizia della rimozione di sei viceministri della Difesa, tra cui Hanna Malyar, oltre al segretario di Stato del ministero della Difesa. Secondo Ukrainska Pravda, i viceministri destituiti hanno firmato tutti lettere di dimissioni volontarie su richiesta del nuovo ministro della Difesa, Rustem Umerov.
Si tratterebbe di una procedura formale prevista dalla legge ucraina: in caso di avvicendamento alla guida di un ministero, i viceministri vengono rimossi dalle loro posizioni dal gabinetto dei ministri.
Alla vigilia della 78ª Assemblea Generale Onu, in partenza domani a New York, si porspetta uno scenario paradossale. con tutta probabilità il presidente ucraino Volodymyr Zelenksy e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si troveranno seduti allo stesso tavolo in occasione del summit sull’Ucraina del Consiglio di Sicurezza in programma mercoledì mattina.
Intanto il leader ucraino è tornato ad attaccare il capo del Cremlino paragonandolo ad Adolf Hitler, sottolineando il rischio di un nuovo conflitto mondiale se non sarà fermato. “Il mondo intero deve decidere se vogliamo fermare Putin o se vogliamo dare inizio a una guerra mondiale. Non possiamo cambiare Putin. La società russa ha perso il rispetto del mondo. Lo hanno eletto e rieletto e hanno creato un secondo Hitler. Lo hanno fatto. Non possiamo tornare indietro nel tempo. Ma possiamo fermarlo qui”, ha detto in un intervista alla Cbs News.
“Se l’Ucraina cade, cosa succederà tra dieci anni? Pensateci. Se i russi raggiungono la Polonia, cosa accadrà dopo? Una terza guerra mondiale? Stiamo difendendo i valori del mondo intero”.
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