Il dodicesimo giorno dall’inizio della guerra in Ucraina non è iniziato sotto i migliori auspici. I militari ucraini hanno comunicato che la Russia ha iniziato ad “ammassare le proprie risorse per prendere d’assalto Kiev”. Il tutto nella giornata in cui, intorno alle 15:30 italiane, ha preso il via il terzo round di negoziati in Bielorussia.
Le truppe di Mosca hanno puntato il sobborgo di Irpin, nella periferia occidentale della capitale ucraina, con carri armati e unità di fanteria motorizzata. Altri militari hanno fatto rotta verso la periferia orientale attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil.
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A inquadrare la situazione è stato il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. Il primo cittadino della capitale ucraina promette battaglia ai russi per prendere la città. “I combattimenti stanno andando avanti proprio ora, in questo secondo. In questo momento a Bucha, Irpin, Gostomel, i nostri ragazzi… C’è una battaglia in corso proprio ora! Posso dirvi che nessuno si trasferirà da Kiev. Ogni casa, ogni strada, ogni checkpoint resisterà fino alla morte se sarà necessario“, ha affermato.
Particolarmente dolorose le successive parole di Klitschko: “Nessuno vuole morire, nessuno vuole morire. Ma se è necessario, difenderemo prima i nostri figli e le nostre famiglie. Le nostre case sono distrutte, il nostro futuro è dipinto di rosso. Ci vogliono prendere, ma non accadrà. Ne sono convinto“. Quindi un messaggio alla popolazione ucraina: “Ringrazio ogni patriota che oggi è pronto a difendere la sua casa e il nostro futuro“.
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Intanto, un video sui social mostra dei carri armati russi mentre prendono posizione in un’area densamente popolata ad Ovest di Kiev. La clip di 17 secondi sarebbe stata filmata da un residente in un condominio nel distretto di Irpin, luogo in cui le forze russe hanno sparato verso la capitale, tra ieri e oggi, uccidendo diversi civili. Il video mostra almeno cinque carri armati russi e i loro equipaggi a pochi metri da alti condomini.
L’avvertimento dell’esercito ucraino è arrivato dopo una notte turbolenta, in cui la Russia ha intensificato gli attacchi su varie città. Gli unici spiragli di luce sono la prospettiva di un terzo round di negoziati nelle prossime ore e la scelta di Mosca di interrompere le ostilità durante la mattinata, così da rendere possibili i corridoi umanitari. Questi ultimi sono stati aperti alle 10:00 (ora di Mosca, equivalente alle 8:00 in Italia) per le città di Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy.
“Un cessate il fuoco è stato dichiarato alle 10 di stamane, ora di Mosca, e sono stati aperti sei corridoi umanitari, di cui uno da Kiev a Gomel (Bielorussia), due da Mariupol a Zaporizhzhya (sud-est Ucraina) e Rostov sul Don (Russia meridionale), uno da Kharkiv a Belgorod (Russia occidentale) e due da Sumy a Belgorod e Poltava (Ucraina centrale)”. Lo ha dichiarato Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa.
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La scelta di aprire corridoi umanitari che conducono i civili in Russia e Bielorussia è stata ampiamente criticata. “Questa è un’opzione inaccettabile per l’apertura di corridoi umanitari. La nostra gente non andrà da Ivankov, da Dimer, da Vyshgorod, dalla vicina Kiev alla Bielorussia per poi volare nella Federazione Russa“. Lo ha dichiarato Iryna Vereshchuk, vice primo ministro dell’Ucraina. Anche l’Eliseo si è scagliato contro la decisione, sottolineando che, contrariamente a quanto riferito da Mosca, Macron non ha “mai chiesto l’apertura di corridoi umanitari verso la Russia“.
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Nel frattempo l’Ungheria ha emanato un decreto che vieta il trasferimento delle armi in Ucraina attraverso il territorio ungherese. Lo rende noto il premier magiaro, Viktor Orban, in un video pubblicato sui social al termine della riunione odierna del Consiglio per la sicurezza nazionale, convocata per fare il punto sulla situazione. Orban ha anche annunciato un incontro dei premier dei Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) domani a Londra.
Nelle scorse ore il governo russo ha approvato una lista di “Paesi ostili”. Si tratta delle nazioni che hanno applicato o appoggiato le sanzioni contro Mosca. L’Italia è presente, assieme a tutti gli altri Paesi dell’Unione europea, agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna, al Giappone, alla Corea del Sud, all’Australia, alla Nuova Zelanda, alla Svizzera e all’Ucraina.
Come reso noto da Oleksiy Arestovich, il consigliere della presidenza ucraina, nella periferia di Kiev ci sono decine di migliaia di persone che attendono di poter evacuare. Anche in altre città, tra cui Mariupol, la situazione è simile. Un altro problema da non sottovalutare è l’aumento del rischio di carenza di cibo. Di fronte a questa prospettiva, le autorità di Kiev hanno deciso di sospendere le esportazioni di carne, avena, grano saraceno, zucchero, miglio e sale. Per altri prodotti (grano, mais, pollame, uova e olio) l’export sarà concesso solo con il permesso del ministero dell’Economia.
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In un videomessaggio pubblicato su Facebook, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha parlato di quanto sta avvenendo nel suo Paese. “La Russia ha annunciato ufficialmente che il 7 marzo ci saranno bombardamenti nel nostro territorio nelle nostre imprese legate alla difesa. Ci lavorano migliaia di persone e altre centinaia di migliaia vivono lì vicino. Questo è un omicidio deliberato. L’audacia russa è un chiaro segnale che le sanzioni dell’Occidente non bastano. Ci erano stati promessi corridoi umanitari per evacuare i civili, ma non esistono“.
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“Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra. Troveremo ogni bastardo che ha sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba“, ha aggiunto Zelensky.
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Il video dell’esplosione che ha ucciso la famiglia a Irpin, alle porte di Kiev, colpiti da un colpo di mortaio sparato sui civili dall’esercito russo. La madre e i due figli sono stati uccisi sul colpo, mentre il padre è morto in ospedale qualche ora dopo.
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