In tre mesi di guerra la Russia ha occupato in circa il 20% del territorio dell’Ucraina: pari a 125 mila chilometri quadrati. Il 23 febbraio, giorno prima dell’invasione, il territorio occupato era di 43.300 metri quadrati. Quello in mano a Putin è quindi ora praticamente triplicato. Nonostante Mosca abbia rallentato in più occasioni l’avanzata per tentare di recuperare le forze, Kiev è ora in difficoltà: ha esigenze immediate e di lunga scadenza. Per questo sul terreno, secondo Forbes, c’è stata una crescita evidente di conquiste da parte del Cremlino. “Gli ucraini stanno facendo un lavoro fantastico ma la situazione nel Donbass, dal punto di vista militare, è diventata molto difficile”, è il messaggio che arriva dalla Nato, dove spiegano anche che è “essenziale” che l’Alleanza o i singoli Paesi membri continuino la fornitura di armi all’Ucraina.
L’attenzione delle truppe dello zar è ora concentrata nell’area di Vasylivka a Zaporizhzhia e i combattimenti non sembrano trovare sosta, con i russi che hanno bombardato la ferrovia Dnipropetrovsk. Sul terreno la battaglia continua a infuriare nel Donbass, dove a dare man forte ai soldati di Putin sono arrivate le unità di Spetsnatz e i contractor della Wagner che si stanno concentrando sulla conquista dell’intera regione di Lugansk. Al centro dell’offensiva resta il centro strategico di Severodonetsk, assediato da tre direzioni. Per il governatore Serhiy Gaidai, è ormai troppo tardi per la fuga dei circa 15 mila civili bloccati.
“A questo punto”, ha sostenuto, “non dirò più: uscite, evacuate. Ora dirò: rimanete in un rifugio. Perché una tale densità di bombardamenti non ci permetterà di andare a prendere le persone”. Le forze nemiche, ha spiegato, hanno concentrato gli sforzi sull’operazione per accerchiare le città gemelle di Lysychansk e Severodonetsk, separate dal fiume Seversky Donets.
La campagna russa prosegue anche nel resto del Paese, con nuovi raid sulle regioni di Mykolaiv e Dnipro. Nelle zone già conquistate, la Russia sta cercando, intanto, di stringere la presa. A Mariupol, i genieri dell’esercito e gli specialisti della flotta del mar Nero hanno completato le operazioni di sminamento della fascia costiera e del porto. Qua, secondo la Difesa di Mosca, sono stati trovati 12 mila esplosivi e armi.
Una bonifica che riguarda anche l’Azovstal, mentre il leader dei separatisti filorussi di Donetsk, Denis Pushilin, ha fatto sapere che le corti marziali per i combattenti ucraini fatti prigionieri dopo l’uscita dalla fabbrica-bunker sono in preparazione e che rappresentanti di diversi Paesi, compresi occidentali, saranno invitati ad assistere alle udienze. Una presenza destinata a consolidarsi anche a Kherson, dove il vicecapo della nuova amministrazione fedele al Cremlino, Kirill Stremousov, ha annunciato che chiederà a Mosca l’installazione di una base militare.
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