Anche nell’ultima notte appena trascorsa, la guerra in Ucraina è ancora caratterizzata da quello che succede a Severodonetsk. Ieri la città è stata data, soprattutto da fonti filorusse, vicina al punto di cadere. Ma ancora adesso Kiev ritiene di controllarne una parte. Soprattutto nelle zone occidentali limitrofe al quartiere industriale e allo stabilimento chimico Azot.
La situazione però si fa molto seria per le forze ucraine. I russi starebbero avanzando e nelle ultime ore avrebbero preso il centro di Severodonetsk. Ieri pomeriggio il governatore della regione di Lugansk, sotto cui ricade amministrativamente la città, ha detto che tutti i ponti di collegamento sono saltati. “Ma ancora le vie di rifornimento resistono”, ha dichiarato Sergeij Hayday. “Parti della città sono in mano nostra”.
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In molti si aspettavano una capitolazione definitiva durante la notte. Nonostante altri raid con artiglieria da parte russa, l’epilogo della battaglia non si è ancora avuto. Questo perché le forze di Kiev al momento conservano il controllo su Lysychansk, cittadina situata su una piccola altura da cui è possibile avere il controllo del fuoco sull’area circostante e dunque anche su Severodonetsk.
Gli ultimi report dello stesso esercito ucraino parlano di un’offensiva delle forze di Mosca e degli alleati separatisti di Lugansk concentrata su Lysychansk e sulla vicina Pryvillia. Ma si combatte anche su altri fronti. A partire da quello di Popasna, nell’area di Donetsk, e da qualche ora anche nuovamente in quello di Kharkiv.
La seconda città del Paese è sempre rimasta in mano ucraina. Tuttavia le zone limitrofe sono state pesantemente assediate dai russi già dal 24 febbraio scorso. Poi una controffensiva di Kiev ha respinto le truppe di Mosca fino quasi ai confini con la federazione russa, permettendo alla città di Kharkiv di assistere a un rassicurante allontanamento del fronte.
Eppure da qualche giorno a questa parte proprio Kharkiv è tra i centri più bersagliati. Diversi i raid segnalati sia all’interno della metropoli che nelle regioni circostanti. Nella notte appena trascorsa più volte sono stati attivati gli allarmi aerei e sono state udite esplosioni, in alcuni casi non lontano dal centro. Nel pomeriggio di lunedì invece, sono stati segnalati scontri non lontano da Petrivka, località a est di Kharkiv. Il sospetto è quello di una riattivazione del fronte, anche solo per distrarre le truppe ucraine impegnate nel Donbass. Nella notte Oleksiy Arestovych, capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky, ha confermato le azioni russe nell’oblast di Kharkiv, aggiungendo però che per il momento “l’avanzata è molto lenta”.
Bombardamenti sono stati segnalati negli oblast di Sumy e Chernihiv, a nord est di Kiev. Si tratta di regioni da dove i russi si sono ritirati lo scorso 30 marzo, tornate anch’esse però nel mirino di numerosi raid missilistici.
Notte calma, invece, a Donetsk dopo un lunedì caratterizzato da numerosi raid effettuati con l’artiglieria. Il presidente dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Denis Pusilin, ha parlato di “bombardamenti più intensi dal 2014 a oggi”, denunciando uso di bombe a grappolo e almeno 4 vittime civili. Il suo governo, riconosciuto da Mosca, ha chiesto maggiore aiuto in termini militari alla Russia.
Mosca ha annunciato che domani, mercoledì 15 giugno, aprirà un corridoio umanitario per i civili rifugiati dentro l’impianto chimico Azot a Severodonetsk. Ha poi invitato i combattenti che si trovano nell’impianto a rilasciare i civili e a deporre le armi. Secondo quanto riferito da Oleksandr Stryuk, il capo dell’amministrazione militare-civile di Severodonetsk, sono circa 540-560 i civili che devono essere evacuati. Ha aggiunto che nel sito ci sono continui combattimenti e tentativi di assalto.
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