Svolta in Francia. Il ministro della Difesa Sebastien Lecornu, ha annunciato che verranno modificati i criteri di ammissione nelle forze armate. Al fine di mettere un punto alle discriminazioni di principio, sarà consentito anche alle persone sieropositive di entrare nell’esercito, nella gendarmeria e nei vigili del fuoco di Parigi e Marsiglia. L’annuncio è stato rilasciato a France 2 lunedì 8 maggio, giorno delle commemorazioni dell’armistizio. Lecornu ha dichiarato di aver firmato “un provvedimento per rivedere l’insieme dei criteri attitudinali per entrare nelle forze armate”.
Finora non era stato possibile modificare il regolamento, disciplinato anche dal servizio sanitario del ministero delle forze armate. Durante la visita medica di ingresso nell’esercito, infatti, i candidati che si dichiarano sieropositivi vengono valutati come “inadatti“, e ottengono un punteggio basso.
Un primo cambiamento era avvenuto già nel novembre 2022, quando, per il reclutamento degli agenti di polizia, il criterio della sieropositività era stato rimosso. Diversamente i magistrati del Consiglio di Stato, nel caso di un ricorso presentato da 7 organizzazioni Lgbt+ a fine 2020, avevano lasciato intendere che escludere le persone sieropositive dal settore difesa rappresentava una discriminazione. Ciò accadeva ad inizio 2023. A proporre la modifica a Lecornu era stato, nei giorni scorsi, il ministro dell’Interno Gerald Darmanin: “Questo stato di cose legato allo status militare e ai vincoli che esso impone sembra dover evolvere“, scriveva Darmanin una lettera indirizzata al ministro della Difesa.
Secondo quanto afferma la legge vigente, è previsto che la valutazione di un’incapacità fisica “sia oggetto di un esame individualizzato e dettagliato”, sia rispetto alla funzione che la persona intende esercitare, che rispetto alla ‘patologia’ individuale. Questa valutazione, tuttavia, deve tener conto anche “dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche e mediche”. Inoltre, dagli ultimi studi è emerso che le persone sieropositive che ricevono un trattamento antiretrovirale non solo non trasmettono il virus, ma hanno una carica virale talmente basse che non viene rilevata.
Tenendo conto di queste informazioni, alcuni rappresentanti di diverse associazioni Lgbt+ hanno avuto nei giorni scorsi alcuni colloqui con Lecornu. Il ministro della Difesa, a tal proposito, ha argomentato che “il trasporto dei trattamenti sul terreno operativo poneva problemi logistici”. I vari membri dei gruppi Lgbt+, tuttavia, hanno replicato che “le operazioni esterne riguardano solo una parte dei soldati, mentre buona parte degli altri rimane negli uffici”. Lunedì 8 maggio è arrivata la replica del ministro, che ha confermato che un nuovo decreto che andrà a modificare le regole vigenti “verrà pubblicato nei prossimi giorni“.
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