Considerata a lungo un esempio virtuoso in un Vecchio continente alle presse con tassi di fecondità in profondo rosso, anche la Francia ormai deve fare i conti con le culle vuote. Nel 2023 i nuovi nati del Paese sono stati appena 678mila, in calo del 6,6%, mai così pochi dal secondo dopoguerra. E così il presidente Emmanuel Macron corre ai ripari promettendo di rimettere mano alle già generose politiche per il sostegno alle natalità, dalla lotta all’infertilità al congedo parentale.
Il capo dell’Eliseo ha illustrato il “grande piano” di “rilancio demografico” ieri durante la conferenza stampa di inizio nel Salone delle feste, nel giorno in cui l’istituto di statistica francese, l’Insee, ha diffuso i numeri che certificano il crollo delle nascite nel Paese.
Secondo il presidente francese, la natalità “è in calo anche perché l’infertilità maschile e femminile progredisce facendo soffrire molti uomini e donne”. Da qui l’annuncio del piano per rendere più accessibili le tecniche per la fecondazione assistita contro quella che ha definito una “piaga” oltreché il “tabù del secolo”. Una misura in linea con una tendenza già avviata negli ultimi anni per il contrasto all’infertilità.
Altra misura con cui il presidente spera di riempire le culle vuote è il “congedo di nascita”, un’astensione dal lavoro di sei mesi per entrambi i genitori, sul modello spagnolo che prevede per 16 settimane di congedo obbligatorio per mamma e papà. “Credo profondamente che possa essere un elemento utile” per favorire l’incremento delle nascite, ha detto Macron.
Il piano dell’Eliseo non è piaciuto alle associazioni femministe, che hanno intimato al capo dell’Eliseo di “lasciare stare i loro uteri”, secondo le parole della presidente della Fondazione delle donne. Le politiche sulla natalità sono “in profondo contrasto con l’autonomia delle donne” e “rappresentano una preoccupante involuzione politico e sociale”, ha sostenuto invece la Cidff.
Sulla stessa linea i partiti di opposizione. La France insoumise ha accusato il presidente di voler usare i “corpi delle donne” come “un’arma”. I Verdi invece hanno evocato il romanzo di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella” paventando un futuro distopico in cui le donne sono schiave dagli uomini. Per i Socialisti quella di Macron è una “ordinanza” a riprodursi.
A destra al contrario il piano targato Macron è piaciuto. In testa il Rassemblement National di Marine Le Pen, che ha salutato con favore le novità.
Secondo gli ultimi dati dell’Insee, l’istituto nazionale di statistica d’oltralpe, il tasso di fecondità delle donne francesi è sceso nel 2023 a 1,68 figli, contro 1,79 nell’anno precedente. Un calo netto, se si pensa che nel 2012 era superiore alla cosiddetta “soglia di sostituzione” dei 2 figli. Così, lo scorso anno la Francia è scivolata per la prima volta sotto le 700mila nascite. La popolazione è comunque in lieve aumento. Al primo gennaio 2024, il Paese conta 68,4 milioni di abitanti, in aumento dello 0,3% rispetto allo scorso anno.
Il calo delle nascite viene da lontano. Per anni considerato Paese all’avanguardia in Europa, la Francia sconta già da qualche tempo un marcato calo delle nascite. Il fenomeno, tangibile malgrado i numerosi incentivi dello Stato per le famiglie e la natalità, colpisce tutte le regioni del Paese. Una tendenza evidente già nel 2022, quando i nuovi nati erano 726mila, in calo del 2,2% rispetto al 2021 e del 13% nei confronti del 2010, ultimo anno di natalità sostenuta prima dell’inizio della curva discendente. Se si confronta il dato con quello del 1971, il crollo è di oltre il 20%.
Nel Paese circa una coppia su quattro non riesce ad avere un figlio, ovvero circa 3,3 milioni di francesi, secondo i dati di un rapporto curato dall’ospedale universitario di Montpellier e consegnato all’esecutivo nel febbraio 2022. “In Francia, come nell’insieme dei Paesi industrializzati, l’aumento dell’infertilità è dovuta anzitutto all’aumento dell’età in cui si decide di procreare. In quattro decenni, questa età è aumentata di cinque anni”, si legge tra le altre cose nel report. Senza contare le altre cause imputabili a problemi medici (come l’endometriosi), stile di vita (tabacco, alcol, obesità) e qualità dello sperma, legata in parte a fattori ambientali.
Le misure per la natalità si inseriscono nel più vasto piano di “rilancio” economico e sociale del Paese annunciato da Macron, a meno di sei mesi dalle elezioni europee e a pochi giorni dal rimpasto di governo che ha portato alla guida dell’esecutivo Gabriel Attal, che a 34 anni è il più giovane primo ministro nella storia della Quinta Repubblica.
L’obiettivo è rendere la Francia ”più forte e più giusta’‘, ha detto ieri il capo dell’Eliseo di fronte a centinaia di giornalisti francesi e internazionali. Malgrado le crisi che si susseguono sullo scacchiere internazionale, dalla guerra in Ucraina a quella in Medio Oriente, “sono convinto che abbiamo tutte le qualità per farcela. Sono convinto che la nostra storia di progresso non sia finita e che i nostri figli vivranno meglio domani rispetto a quanto viviamo oggi”.
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