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Fight Club, niente più “lieto fine” per la versione cinese: revocata la censura

Per circa un mese, in Cina gli spettatori hanno visto una versione censurata del film ‘Fight Club’, il capolavoro hollywoodiano diretto da David Fincher nel 1999. Il colosso di streaming Tencent proponeva infatti un finale alternativo per la pellicola con Edward Norton e Brad Pitt, senza botte e bombe. E con un taglio di ben 12 minuti rispetto alla versione di Fincher.

Avviso ai naviganti: il prossimo paragrafo contiene spoiler sul film.

La versione originale di David Fincher

La versione cinese terminava con un messaggio sullo schermo che annunciava la “vittoria” delle forze dell’ordine e l’internamento di Durden in un manicomio. Una sorta di lieto fine, insomma. Nell’originale, invece, il personaggio di Norton (il narratore della storia) uccide dopo una colluttazione il suo alter ego Tyler Durden (Brad Pitt) prima di essere raggiunto da Marla (Helena Bonham Carter) per osservare, mano nella mano, da una vetrata le esplosioni degli istituti di credito per il sovversivo “Progetto Mayhem”.

Il finale di Fight Club censurato in Cina

Per circa un mese, dunque, sui servizi di streaming cinesi è circolato un Fight Club fortemente rimaneggiato, senza queste sequenze. Infatti, il messaggio conclusivo della versione cinese recitava: “Grazie all’indizio fornito da Tyler, la polizia ha subito arrestato i criminali e sventato con successo l’esplosione delle bombe”. Una modifica sostanziale che ha scatenato forti polemiche sia fra il pubblico sia fra i critici. Tanto che, alla fine, Tencent ha deciso di ripristinare 11 dei 12 minuti tagliati, escluse le scene di nudo.

L’apprezzamento di Chuck Palahniuk

Eppure, c’è anche chi ha apprezzato il finale cinese del film. Come ad esempio Chuck Palahniuk, autore del romanzo su cui si basa la sceneggiatura. Palahniuk ha infatti ironizzato su questa conclusione “distopica”, ma al tempo stesso più aderente con quella del libro. Lo scrittore ha infine criticato chi negli Usa parla di censura in Cina ricordando che in 25 anni il finale del suo libro ha subìto molte modifiche per renderlo simile a quello più spettacolare del film.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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