Le università italiane hanno trovato spazio a Expo 2020 Dubai. Oggi, mercoledì 15 dicembre, si è svolto il forum “The World within out borders – International programmes at italian universities”. L’evento è stato promosso dal ministero dell’Università e la Ricerca in occasione della settimana dedicata alla conoscenza e all’apprendimento all’Esposizione Universale. “Abbiamo un sistema universitario he a un primo sguardo può essere difficile da leggere, perché costituito da un centinaio di università pubbliche diverse tra loro”, ha esordito Cristina Messa, la ministra dell’Università e della Ricerca. Tuttavia le università “sono molto ben connesse in una rete nella quale competono per ricevere maggiori finanziamenti statali, ma dall’altra parte cooperano e collaborano per migliorare la tipologia di corsi per gli studenti”, ha aggiunto.
“In Italia abbiamo circa 1,8 milioni di studenti in queste università e circa 100mila persone che lavorano negli atenei. Di questi più della metà sono professori e ricercatori. L’università gioca un ruolo non solo nell’insegnamento, ma anche nella ricerca e, più di recente, nell’innovazione”, ha proseguito Messa. La ministra ha poi sottolineato che nel sistema universitario pubblico e privato “lavoriamo molto nell’essere attivi e inclusivi. L’inclusività è uno dei punti principali su cui lavoriamo e offriamo corsi in molte lingue, ma certamente quelli in inglese sono cresciuti negli ultimi 10 anni”.
Nel corso del forum è intervenuto anche Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui). “Expo Dubai è una grande vetrina per il nostro Paese e un’importante opportunità per creare partnership e guardare al futuro. Da quando l’Italia è stata colpita dalla pandemia, le università hanno mostrato di essere istituzioni resilienti, solide e robuste”.
Il forum ha anche permesso di fare il punto della situazione sugli studenti stranieri negli atenei italiani, che negli ultimi anni sono diventati più numerosi. Si parla di una crescita da circa 63mila a oltre 101mila. Inoltre, i programmi universitari in lingua inglese sono passati da 245 a 539 negli ultimi cinque anni. “Abbiamo capito che l’università non sarà più la stessa, che dovrà affrontare sfide ancora maggiori e dovrà rinforzare le alleanze internazionali”, che sono “l’unico modo per affrontare il contesto globale e le questioni mondiali”, ha sottolineato Resta. Il rettore ha anche ricordato che l’università e la ricerca sono uno dei pilastri “individuati nel Pnrr”.
Il forum dedicato alle università italiane si è concluso con un videomessaggio di Giorgio Parisi, il premio Nobel per la Fisica. “Il mondo deve affrontare varie sfide nel prossimo futuro. La sfida del cambiamento climatico ha accanto quella della sostenibilità. Per essere sostenibile, il nostro modo di vivere deve poggiare sempre di meno sulle risorse del nostro pianeta”. La fisica è essenziale per raggiungere questo obiettivo e cercare nuovi “modi per il risparmio energetico”. “Dobbiamo costruire una società che non deve guardare al futuro dei prossimi 10 o 20 anni, ma estendersi a livello di secoli”, ha concluso Parisi.
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