Sul sito della prossima Esposizione Universale, la prima degli Emirati Arabi, che aprirà i battenti il 20 ottobre 2020, procedono a gonfie vele i lavori di costruzione degli spazi espositivi e delle maggiori attrazioni che visiteranno gli oltre 25milioni di turisti attesi a Dubai durante l’evento di portata internazionale.
Tra i Paesi che sono a buon punto con i lavori c’è l’Austria, che in questi giorni ha completato la prima fase di costruzione del Padiglione nazionale che si estenderà per 2400 metri quadrati e comprenderà in totale 38 coni in terriccio.
Gli ingegneri austriaci e gli operai al lavoro sul sito di Expo 2020 Dubai hanno portato a termine la costruzione del cono su cui si baserà l’intera struttura del Padiglione. Con un diametro di sette metri alla base, il cono sorreggerà altre strutture coniche, 24 delle quali saranno costruite entro i prossimi due mesi.
L’intero padiglione sarà costruito utilizzando parti prefabbricate. I coni, invece, comprenderanno elementi in calcestruzzo prefabbricati a Dubai, trasportati al cantiere da camion e assemblati in loco.
Come dichiarato da Beatrix Karl, commissario generale dell’Australia per Expo 2020, il Paese sfrutterà lo spazio espositivo per presentare “scenari futuri prototipici per edifici del futuro neutrali dal punto di vista climatico ed efficienti sotto il profilo delle risorse”. Secondo quanto anticipato dagli organizzatori, i singoli elementi utilizzati per la costruzione del Padiglione austriaco potranno essere facilmente rimossi dopo la conclusione dell’Esposizione Universale e saranno utilizzati per realizzare un nuovo edificio che sorgerà sempre nella penisola arabica.
“La posizione è un fattore determinante per noi nella costruzione di un edificio. Abbiamo esaminato attentamente i metodi di costruzione sensibili al clima nel mondo arabo per il nostro concetto architettonico. Stiamo sfruttando questa conoscenza e combinandola con la moderna ingegneria del clima. Il nostro obiettivo è costruire un edificio sostenibile che consuma pochissime risorse ed è facile da abbattere di nuovo dopo l’evento”, ha commentato Gerd Erhartt di querkraft.
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