Stretta di Amsterdam con le nuove misure presentate dalla ministra dell’Asilo e della Migrazione Marjolein Faber
Il governo olandese, guidato dal primo ministro Dick Schoof e con il sostegno del Partito della Libertà di Geert Wilders, ha recentemente annunciato un significativo inasprimento delle politiche migratorie. Al centro delle nuove misure, presentate dalla ministra dell’Asilo e della Migrazione Marjolein Faber, c’è una drastica riduzione del numero di migranti accolti nei Paesi Bassi, con l’intenzione di rendere il Paese meno attraente per chi cerca asilo. Le autorità hanno dichiarato che il sistema di accoglienza non è più sostenibile di fronte agli oltre 40.000 richiedenti asilo che ogni anno arrivano nei Paesi Bassi.
Uno dei punti principali del piano è la richiesta di sospensione temporanea della legge sugli stranieri, un atto che permetterebbe al governo di congelare le richieste di ingresso e di espellere coloro che non possiedono un regolare permesso di soggiorno. L’obiettivo è contrastare l’abuso del sistema di asilo, secondo quanto affermato da Faber, che ha avvertito: “Non abuseranno più della nostra ospitalità”.
Tra le misure previste, c’è anche un inasprimento delle regole per il ricongiungimento familiare, subordinato ora a un periodo minimo di due anni di permanenza nel Paese e alla dimostrazione di un reddito stabile. Questo è uno dei tentativi del governo di limitare l’ingresso di nuovi migranti attraverso canali legali, cercando di contenere ulteriormente il flusso migratorio.
Queste misure fanno parte di una risposta più ampia che coinvolge anche altre nazioni europee. La Svezia, ad esempio, ha recentemente proposto di incrementare i fondi per i rimpatri volontari, offrendo fino a 30.000 euro a chi sceglie di tornare nel proprio Paese d’origine. La Germania, sotto la guida del cancelliere Olaf Scholz, ha invece rafforzato i controlli alle frontiere, in particolare dopo l’attentato di Solingen, dove un immigrato siriano affiliato all’ISIS ha compiuto un attacco mortale. La ministra dell’Interno tedesca, Nancy Faeser, ha dichiarato che i controlli alle frontiere interne tedesche sarebbero stati estesi per almeno sei mesi, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza interna.
Anche la Polonia ha adottato una linea dura, estendendo per altri 90 giorni la “zona cuscinetto” al confine con la Bielorussia, introdotta per ridurre l’immigrazione illegale. Secondo il ministro dell’Interno polacco Tomasz Siemoniak, questa misura ha già dimostrato la sua efficacia e sarà nuovamente attivata per fronteggiare l’aumento degli arrivi.
Un’altra nazione che sta affrontando controversie legate alla migrazione è l’Ungheria, impegnata in una disputa giudiziaria con la Commissione Europea. Budapest, guidata dal primo ministro Viktor Orbán, ha rifiutato di modificare la sua posizione rigida sull’immigrazione, nonostante la minaccia di dover pagare una multa di 200 milioni di euro per le sue politiche restrittive degli ultimi anni.
L’annuncio del governo olandese si inserisce in un più ampio contesto europeo, dove il tema della migrazione sta riaccendendo il dibattito politico. Con l’aggravarsi dei conflitti in Medio Oriente e la guerra in Ucraina, molti Paesi dell’Unione Europea stanno rivedendo le proprie politiche migratorie. L’idea di una politica comune sull’immigrazione, entrata in vigore nel giugno 2024, mirava a una maggiore collaborazione tra gli Stati membri, ma i recenti sviluppi mostrano che il percorso verso una gestione condivisa e solidale rimane complicato.
Il governo olandese sembra ora intenzionato a proseguire su una strada di rigida chiusura delle proprie frontiere, in linea con l’ideologia del Partito della Libertà. Il messaggio è chiaro: l’Olanda non può e non vuole più sostenere il peso di un alto numero di migranti, e le politiche future saranno mirate a ridurre drasticamente i flussi migratori in entrata. Questa posizione si inserisce in una tendenza più ampia a livello europeo, dove la migrazione è diventata un tema centrale, spesso sfruttato anche a fini elettorali, e dove ogni nazione cerca soluzioni che rispecchino le proprie priorità e necessità interne.
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