Etichette anti-cancro sui cibi:
l’Ue accelera, i produttori insorgono

Il progetto partirà fra il 2022 e il 2023, ma già ora è fonte di polemiche e discussioni. Stiamo parlando delle cosiddette ‘etichette anti-cancro’ che, da direttiva dell’Unione Europea in fase di approvazione, saranno applicate su cibi e bevande il cui eccessivo consumo favorirebbe, a detta degli esperti, l’insorgere di malattie. Una decisione che garantirà fondi per circa 4 miliardi di euro complessivi agli Stati membri, ma che preoccupa non poco i produttori. Questi ultimi sono già pronti a fare fronte comune per far valere le proprie ragioni.

Etichette anti-cancro, i motivi dell’azione dell’Ue

La decisione di avviare una forte campagna di sensibilizzazione per limitare il consumo di carni rosse, salumi e cibi processati è dovuta alla preoccupante stima da parte della Commissione Europea, secondo la quale i casi annuali di cancro nel 2035 aumenteranno del 35% rispetto a quelli del 2020 (circa 2,7 milioni). Le abitudini alimentari sono, a detta degli studi commissionati dall’autorità europea, fondamentali in fase di prevenzione. Da qui l’idea dell’etichettatura per arrivare direttamente al consumatore.

Il piano sarà obbligatorio per ciascuno degli Stati membri (pena l’esclusione dai fondi dedicati al progetto). In pratica, un’etichetta simile a quella già presente sui pacchetti delle sigarette ricorderà a chi acquista i cibi (e le bevande) interessati a farne un uso moderato, per evitare pesanti ripercussioni a livello di salute.

I produttori di carne: “Sconcertati”

La proposta dell’Unione Europea non piace affatto ai produttori, soprattutto a quelli di carni e salumi. Non ci stanno, infatti, a far passare l’idea che i loro cibi siano “cancerogeni”. Nicola Levoni, presidente dell’Associazione industriali delle carni e dei salumi (Assica) aderente a Confindustria, ha espresso “sconcerto” in una nota ufficiale.

“Stentiamo a credere che la posizione presa non sia ideologica – ha scritto -, in quanto anche la Scienza è unanime nel dire che non è il prodotto in sé a essere pericoloso, ma la quantità che se ne assume. Se ne deve consumare una quantità spropositata perché vi sia una percentuale di rischio, minima e comunque tutta da verificare“.

Niente etichette sul vino (almeno non le stesse)

Curiosamente, nell’elenco dei cibi ‘etichettabili’ manca il vino, una notizia confermata dalla vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas. “L’Ue non ha intenzione di proibire il vino – ha affermato –, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo”.

La commissaria alla Salute Stella Kyriakides ha comunque specificato che l’Ue presenterà una proposta di etichettatura obbligatoria anche per vini e bevande alcoliche, dando però maggior risalto agli ingredienti: “Vogliamo dare ai consumatori più strumenti per scegliere con più consapevolezza”.

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